Dal 15 ottobre il Green pass è obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro. L’obbligo ha inizialmente spinto verso l’alto le prime dosi di vaccino, ma sono soprattutto i tamponi effettuati per entrare in possesso della certificazione verde ad aver subito un forte rialzo. E c’è stato anche un incremento dell’11% dei certificati di malattia. Adesso l’effetto Green pass sulla vaccinazione sta svanendo. Mentre la corsa ai tamponi generata dall’obbligo di certificazione verde Covid-19 sul lavoro sta generando un aumento dei contagi scoperti.
Quattro regioni sono a rischio epidemiologico moderato — Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte — e in sei si osserva una tendenza di lieve aumento dei contagi Covid: le stesse quattro, inevitabilmente, a cui si aggiungono Lazio e Lombardia. Nella mappa pubblicata dalla Protezione civile la curva induce a non considerare archiviata l’emergenza nonostante la buona copertura vaccinale della popolazione, arrivata all’85,97% in prima dose (46,43 milioni di persone) e all’81,99% a ciclo completo (44,28 milioni). Nell’ultima settimana c’è una leggera risalita del numero di casi Covid: si è passati da 2.437 di domenica scorsa ai 3.908 di ieri.
Nell’ultima settimana è calato, invece, il numero di prime dosi somministrate rispetto alla settimana precedente e restano ancora 7.613.038 italiani senza vaccino, una cifra che corrisponde a circa il 14% della popolazione over 12. L’effetto Green pass, che aveva portato a 400mila prime dosi nella settimana 8-15 ottobre, sembra aver già esaurito la sua spinta: i numeri forniti dalla Struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo parlano infatti di 345mila prime dosi nell’ultima settimana.
Circa un terzo degli italiani restii a ricevere il vaccino è concentrato nella fascia over 50: sono infatti 2.774.088 i cittadini che hanno scelto di non aderire alla campagna. Si tratta di 220.060 over 80, pari al 4,82% di tutti gli ultraottantenni, a cui si aggiungono 464.736 over 70 (7,72%) e 785.997 over 60 (10,41%). La percentuale più alta di non inoculati si rintraccia nella fascia 50-59 anni con 1.303.295 di persone pari al 13,50% di tutti i cinquantenni italiani. Le uniche due fasce di popolazione con un numero assoluto ancora maggiore sono i 40-49enni con 1.539.524 di scoperti pari al 17,52% del totale dei quarantenni e gli italiani tra i 12 e i 19 anni con 1.326.378 di non vaccinati, ovvero il 28,66%. Tra i 30-39 anni ci sono invece ancora 1.205.796 di non vaccinati (17,75%), mentre numeri decisamente più bassi si registrano tra i 20-29enni con 767.252 persone che hanno rifiutato il vaccino, ovvero il 12,76% del totale della popolazione in quella fascia d’età.