Alla fine si è svegliata anche La Repubblica, che riprende un importante studio pubblicato sul British Medical Journal, coordinato da Lisa Hartling, dell’Università dell’Alberta ad Edmonton, in Canada. Sono ormai mesi che riviste internazionali molto prestigiose pubblicano questo studi e ricerche sui danni da vaccino anti-Covid, evidenziando il rischio e l’incidenza di miocardite e pericardite nei giovani e giovanissimi subito dopo la vaccinazione, segnalando la causalità. Probabilmente ormai è talmente evidente che è impossibile nascondere ancora questa evidenza.
Lo studio prende in esame oltre 8000 casi segnalati in 46 diversi rapporti di studiosi canadesi. Sulla base dei dati emersi, vengono segnalate due osservazioni principali. I casi di miocardite e pericardite sono più alti tra i giovani maschi, subito dopo una seconda dose di vaccino a mRna. Inoltre, a fronte di quadri cardiaci sostanzialmente lievi nella stragrande maggioranza dei casi, si sottolinea come il rischio di miocardite o pericardite potrebbe calare allungando ad almeno un mese l’intervallo tra prima e seconda dose. In particolare, i risultati mostrano che i tassi di miocardite dopo i vaccini con mRNA erano più alti negli adolescenti maschi e nei giovani adulti maschi (50-139 casi per milione tra i 12-17 anni e 28-147 casi per milione tra i 18-29 anni).
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Più il tempo passa, più vengono condotti studi analitici sugli effetti avversi da vaccino anti-Covid. Uno di quelli più diffusi riguarda il ciclo mestruale e, nello specifico, un sanguinamento mestruale inaspettato dopo la vaccinazione. A tal proposito, un gruppo di ricercatori americani ha lanciato uno studio su oltre 35mila partecipanti, cercando di far luce su questo effetto collaterale largamente sottovalutato. «All’inizio del 2021 i casi sono stati molti», in età fertile e non, «ma siccome in generale gli studi sui vaccini non indagano gli aspetti legati al ciclo, le segnalazioni sono state in gran parte ignorate».
Gli autori spiegano su “Science Advances” che lo studio offre «la valutazione più completa condotta finora sui cambiamenti mestruali sperimentati nelle prime 2 settimane post-immunizzazione. Un’indagine statistica ha rilevato che il 42,1% degli interpellati ha riferito un flusso mestruale più intenso dopo la vaccinazione». Entrando nello specifico, gli scienziati hanno riportato che «Alcuni hanno sperimentato questo effetto nei primi 7 giorni» successivi all’iniezione, «ma molti altri hanno osservato alterazioni 8-14 giorni dopo». Sebbene «circa la stessa proporzione, il 43,6%, non ha riportato cambiamenti del flusso mestruale dopo il vaccino, e il 14,3% ha riferito nessun cambiamento o un flusso più leggero».
L’Adnkronos riporta uno dei rarissimi casi di accertamento della correlazione tra effetti avversi e vaccinazione anti-Covid: un ragazzo di 16 anni residente a Pisa riceverà un risarcimento per i danni da vaccinazione anti-Covid, dopo il definitivo accertamento della correlazione tra la somministrazione del vaccino e i gravi danni alla salute riportati dallo stesso. La notizia arriva direttamente dal Codacons da sempre favorevole alla campagna vaccinale e ai vaccini ma che ha anche avviato diverse iniziative legali affinché tutti i cittadini danneggiati dalle vaccinazioni possano ottenere gli indennizzi cui hanno diritto in base alle legge 210/92.
A certificare il nesso causale tra la vaccinazione e la trombocitemia autoimmune riportata dal ragazzo, a distanza di poche settimane dalla somministrazione di una dose di vaccino anti-Covid di Moderna, è stato il Dipartimento militare di medicina legale di La Spezia. Secondo il Dipartimento, la patologia riportata dal giovane è «una reazione avversa grave potenzialmente innescata dalla procedura stessa anche se come fattore concausale in soggetto fino ad allora perfettamente sano» e pertanto «il danno è ascrivibile alla ottava categoria della tabella A allegata al Dpr 30 dicembre 1981 n 834» per “Menomazione permanente dell’integrità psicofisica”.
Nella fattispecie il ragazzo protagonista della vicenda, «uno sportivo nato a Rieti nel 2006 ma residente da tempo a Pisa, e che ha sempre goduto di ottima salute, si sottoponeva a luglio 2021 alla somministrazione in unica dose del vaccino Moderna. -ricostruisce all’Adnkronos il Codacons- Il mese successivo si manifestavano i primi sintomi, con puntini rossi su braccia e gambe del ragazzo. A settembre la sintomatologia peggiorava, con un ematoma esteso sul braccio destro e sul collo, ‘bolle’ di sangue sul palato, sulla lingua e nelle guance interne. A questo punto il ragazzo si recava al pronto Soccorso di Pisa, dove veniva immediatamente ricoverato sulla base di un valore piastrinico nel sangue pari a 1000/mm3 (su un valore minimo di 150mila). Fino al giorno 18 ottobre – riferisce il Codacons – il giovane sportivo è rimasto ricoverato presso il reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Aoup ‘Santa Chiara’ di Pisa. Dopo aver svolto gli accertamenti del caso, gli è stata diagnosticata una piastrinopenia autoimmune e i medici del reparto hanno segnalato all’Aifa il numero del lotto del vaccino effettuato, sospettando una correlazione tra la vaccinazione e l’insorgenza della patologia». Le analisi mediche condotte dal Dipartimento militare di medicina legale hanno poi confermato quanto evidenziato dal consulente di parte del Codacons, dando il via libera in modo formale al risarcimento in favore del ragazzo per danni da vaccinazione, sulla base delle disposizioni della legge 210/92.