La Giunta siciliana del nuovo governatore Nello Musumeci costretta subito agli straordinari per fronteggiare i debiti ereditati dal Governo Crocetta. Vigilia di Natale con ordine del giorno sul “Titanic” finanziario che rischia di paralizzare la legislatura appena iniziata. Senza un’intesa sull’esercizio provvisorio il rischio concreto all’orizzonte è che sin dal 1 gennaio tutto si blocchi, comprese le attività ordinarie dell’ente. Musumeci vuole imprimere un’accelerazione per arrivare nei prossimi giorni a Sala d’Ercole con gli atti già pronti, ben sapendo che dovrà anche confrontarsi con l’imprevedibile posizione del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Intanto è già lite proprio sulla presidenza della Commissione Bilancio ed è un’altra grana da dirimere in tempi brevi.
LA “MISSION IMPOSSIBLE” DI ARMAO. Il neoassessore all’Economia Gaetano Armao nei giorni scorsi è già stato a Roma e ha avuto conferma del disastro che lo attende al varco, compresa la mancata ratifica dell’accordo Stato – Regione sulla riscossione del bollo che rischia di costare alla Sicilia 200 milioni di euro di minori entrate. Un’altra grana tra le tante, senza dimenticare che al più presto andrà messo ordine e fatta chiarezza sul capitolo dei finanziamenti europei dove la Sicilia rischia di perdere ingenti somme senza neppure averle spese, con fondi che stanno per tornare alla “casa madre” di Bruxelles perché non sono stati predisposti neppure i progetti. Armao è atteso da una sorta di mission impossibile, quella di rendere percorribile una strada piena di “frane” finanziarie e trappole politiche.
L’OPPOSIZIONE SENZA SCONTI DEL M5S. Adesso c’è da approntare un esercizio provvisorio per far ripartire la macchina, altrimenti ogni discorso promette di sciogliersi come neve al vento. In Assemblea Regionale non saranno evidentemente “rose e fiori” per il nuovo Esecutivo. Musumeci lo sa e deve arrivare preparato all’appuntamento, altrimenti l’ineludibile destino politico che attende la sua maggioranza è quella di farsi impallinare dai Cinque Stelle. E le recenti uscite di Miccichè che parla di nuove risorse da destinare al potenziamento dell’apparato dirigenziale non sembrano esattamente il viatico migliore per partire col piede giusto.