Occorre prendere coscienza che la promozione dei territori passa attraverso l’unica destinazione: Sicilia. Una destinazione che ha bisogno però di fare sistema, di essere governata in modo unitario e con processi condivisi sia a livello regionale che per area provinciale, di unire gli sforzi per proiettare sui mercati internazionali il prodotto turistico attraverso una comunicazione dell’immagine della nostra Isola in modo affidabile ed efficace. Per fare questo abbiamo bisogno di un cambio di passo. Dobbiamo riappropriarci, prima di tutto, della “cultura della programmazione”. Abbiamo bisogno di una visione strategica, di una pianificazione mirata e calibrata alle esigenze dei turisti e della Comunità locale. Abbiamo bisogno di immaginare, sviluppare e applicare nuovi modelli di intervento sulla governance turistica dei territori. Siamo continuamente interpellati dalla dinamicità con cui il turismo si muove, fenomeno non più di massa, ma fatto di segmenti. È necessario comprendere che il cambio di paradigma è indifferibile, se vogliamo parlare di nuovi prodotti che differenziano la stagionalità e portino i viaggiatori, nei nostri luoghi.
TURISMO DI RELAZIONE. I viaggiatori si muovono nel paesaggio e lo attraversano, perché gli itinerari non conoscono confini. Contemplano la bellezza dei posti che visitano, si immedesimano in essi. È il senso del turismo di relazione e di emozione. Vale per chi ospita e per chi arriva. Sempre più si è indirizzati alle politiche turistiche territoriali che focalizzano la rivitalizzazione del luogo attraverso l’interazione ed i rapporti sociali. Si percepisce che in ogni ambito dei settori turistici, lentamente, sta cambiando la filosofia del turismo che mira all’essenza stessa delle cose da offrire a ciò che il viaggiatore chiede: l’esperienza ed il senso della ricerca di sé. Quindi un turismo non di “commercializzazione” ma di ricerca dell’umano. In definitiva: il viaggio è l’immagine della vita. Ce lo ricorda il piano strategico del turismo nazionale del Mibact che ha inteso promuovere nuove modalità di fruizione turistica del patrimonio culturale, basate sul rinnovamento ed ampliamento dell’offerta turistica delle destinazioni strategiche e sulla valorizzazione di nuove mete e nuovi prodotti, per accrescere il benessere economico, sociale e sostenibile dei territori. In questa logica il concetto di sistema turistico locale, trova analogia a quello di distretto culturale.
CULTURA DELLA PROGRAMMAZIONE. I cammini (2016); i borghi, cuore del territorio (2017); il cibo (2018); il turismo lento (2019). Sono queste le macro aree proposte alle amministrazioni locali e regionali, per la loro programmazione turistica, dalle eccellenze culturali come attrattori turistici alle nuove forme di turismo, quali: turismo religioso, turismo gastronomico (local food), balneare, archeologico, culturale e turismo delle radici. Ancora, dalle vie degli scrittori ai parchi letterali, dai distretti culturali ai parchi culturali ecclesiali, dall’ecomuseo ai beni unesco, dai piccoli musei ai musei statali e diocesani, dal turismo naturalistico, escursionistico ed ambientale alle attività ecoturistiche, turismo scolastico. Una variegata offerta che può utilizzarsi durante l’anno a seconda della domanda turistica e per brevi periodi di soggiorno. Il turismo in questo contesto può essere la chiave per il “ripopolamento” dei borghi, attraverso la formulazione di nuovi modelli di ricettività ed ospitalità diffusa e per difendere l’identità ed il patrimonio immateriale siciliano.
LA SFIDA DEL TURISMO. Accoglienza, ospitalità ed accompagnamento devono restare per formazione e professionalità, patrimonio culturale imprescindibile di ogni attività a servizio del viaggiatore. Non sono per niente delegabili. Le politiche turistiche territoriali saranno innovative e di qualità se valorizzate dalla competenza e dalla professionalità di chi dimostra capacità di generare percorsi di sviluppo occupazionale, di coesione sociale e di gestire le dinamiche di gruppo tra gli operatori turistici e culturali, enti privati e pubblici, al di là di ogni appartenenza ideologica. La sfida che proviene dai mercati esteri, dalla domanda sempre più esigente e raffinata dei viaggiatori, ci pone tutti davanti ad una grande e tremenda responsabilità: quella di avere successo nel far ritornare il viaggiatore nei nostri luoghi.