Sono lontani i tempi dei grandi sceneggiati televisivi quando tutta la famiglia si riuniva davanti alla scatola nera. Adesso le serie tv si guardano in streaming. Sono cambiate un bel po’ di cose da “Il dottor Antonio”, il primo sceneggiato trasmesso dalla Rai nel 1954, ad “House of cards”, la più famosa serie tv prodotta da Netflix (la prima stagione ha debuttato il 1° febbraio 2013). In mezzo ci sono circa sessant’anni di innovazioni tecnologiche. Il moltiplicarsi dei display, e con essi dei servizi di streaming online, ha messo in crisi l’egemonia indiscussa della televisione. Una rivoluzione epocale che ha permesso di rendere più personali i contenuti regalando agli utenti la libertà di guardare ciò che vogliono, quando e dove vogliono.
LA RIVOLUZIONE DELLO STREAMING. Se la domanda «Chi ha sparato a J.R.?», il cattivo della serie tv “Dallas”, ha per mesi tenuto col fiato gli americani le “nuove” per intenderci quelle di Netflix o Amazon, sono concepite per essere viste tutte d’un fiato. Per questo si parla di binge-watching: un neologismo che deriva dalla parola “binge” che significa “abbuffata”. Una serie tv in streaming permette, infatti, a chi la guarda di abbuffarsi di ore di episodi, uno dopo l’altro. E questo cambia anche il modo in cui viene scritta. Da questi nuovi meccanismi nasce una nuova relazione con il pubblico. La televisione tradizionale – quella che proponeva un episodio a settimana– parte dal presupposto che il tempo di chi guarda è poco, giusto un paio di ore prima di andare a dormire. I servizi in streaming partono dal presupposto di avere un totale possesso del tempo libero di chi guarda, ovunque e comunque. Vacanze, viaggi, fine-settimana.
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ARRIVA NETFILX. Le prime prove di streaming online risalgono all’inizio degli anni 2000, anzi esattamente al 1999 quando una sfilata del brand di intimo Victoria’s secret viene trasmessa online. Nel 2004 avviene una svolta con il traffico record registrato durante l’Election day degli Stati Uniti nella competizione tra Bush e Kerry. Poi nel 208 arriva Netflix. Fondata alla fine degli anni Novanta come servizio di noleggio di Dvd e videogiochi via Internet, Netflix ha saputo seguire l’onda della trasformazione digitale convertendosi in servizio on demand, accessibile tramite abbonamento, per poi evolvere in produttore di contenuti. Oggi Netflix supera i 125 milioni di utenti globali. Solo nei primi tre mesi del 2018, la piattaforma di streaming on line ha acquisito 7,4 milioni di nuovi clienti superando le aspettative degli analisti. Tra gennaio e marzo, Netflix ha ottenuto quasi due milioni di nuovi clienti negli Stati Uniti e 5,46 milioni di nuovi clienti nel resto del mondo per un profitto netto di 290 milioni di dollari (circa 233 milioni di euro).
LA NUOVA ETÀ DELL’ORO DELLA TV. Le conseguenze di questa nuova era sono evidenti, basta scorrere gli indici dei contenuti dei principali provider on demand da Netflix a NowTV, da Infinity a Amazon Prime Video per rendersi conto che l’offerta di contenuti è pressoché inesauribile. Un business che fa gola a molti come dimostra ad esempio l’accelerazione di Sky che stretto accordi con Mediaset, ma soprattutto con Open Fiber per trasformarsi a tutti gli effetti in un colosso dello streaming a partire dal prossimo anno, proprio quando inizierà a trasmettere anche i contenuti di Netflix prima in Inghilterra e poi nel resto d’Europa. O il caso di TIMVision che per competere in un mercato decisamente affollato è riuscita ad offrire ai propri clienti l’intera programmazione dei giochi olimpici invernali di PyeongChang. Della partita vuole essere anche Apple che lanciato la nuova Apple TV 4K e stretto accordi di trasmissione con i principali operatori americani come Hbo, Fox, Nbc. In effetti su questo terreno si gioca una partita importante contro Netflix che solo l’ultimo anno ha prodotto oltre 1000 ore di contenuti originali tra serie tv, film e show.