Sarebbero il reddito di cittadinanza, la flat tax, la lotta al business dell’immigrazione, l’abolizione della legge Fornero, il conflitto di interessi i punti inseriti nella prima bozza del contratto di governo giallo-verde. Sembra sempre più vicina l’intesa tra Lega e M5s: «C’è sostanzialmente un accordo sui punti chiave – afferma Matteo Salvini – su altri c’è ancora da lavorare. se la compatibilità arriverà all’80% si parte. Altrimenti ci abbiamo provato». E il capo politico Cinquestelle conferma: «Ci sono ampi punti di convergenza, sono ottimista e non solo sulla discussione al tavolo ma per quelli che la temono e ci stanno attaccando: vuol dire che siamo sulla buona strada». Di Maio e Salvini avevano chiesto più tempo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma il nuovo termine dovrebbe scadere lunedì.
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I PUNTI DI CONVERGENZA. Il contratto di governo, secondo quanto emerso dal vertice di ieri al Pirellone, sarebbe pronto nella sua prima versione: ha una ventina di punti e le due parti ne hanno già concordato la metà. Resta da sciogliere il nodo sulla chiusura dell’Ilva di Taranto. Un punto che era stato chiesto con forza dai Cinquestelle sul quale alla fine avrebbe prevalso la linea della Lega. Comunque, “sui punti caldi” come tasse, pensioni e immigrazione c’è “ottimismo”. «L’idea è di mettere nero su bianco – afferma il leader della Lega – il progetto per il futuro dell’Italia. E questo ovviamente passa attraverso la rinegoziazione dei trattati Ue, altrimenti l’Italia soffoca. Anche su questo mi sembra ci sia una volontà comune». Sul conflitto di interessi Salvini chiarisce: «Non vogliamo punire nessuno, ma nessuno nemmeno nell’ambito dei 5 Stelle ha mai pensato a leggi punitive o restrittive che mettano a rischio l’economia, lo sviluppo o i posti di lavoro. È un dibattito che non c’è mai stato. Stiamo lavorando anche a questo, anche se ovviamente non è una delle mie priorità».
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NIENTE NOMI. I due leader dovranno comunque sciogliere anche il nodo della premiership ancora irrisolto: si punta su un “terzo nome” ma non è ancora stato identificato. Si tratta dell’ultimo tassello necessario per formare il nuovo governo. «Di nomi non abbiamo parlato ancora, si parla del contratto di governo» ha detto Luigi Di Maio. Dello stesso avviso anche il leader del Carroccio: «Stiamo lavorando, sono contento perché si parla di temi, non di nomi e cognomi, non di ministri». La convergenza si troverà, dunque, sul programma. «Gli italiani hanno dei bisogni chiari e immediati. Come abbiamo sempre detto è fondamentale dare una risposta a tutti i cittadini che oggi sono ai margini. – ha scritto Di Maio su Facebook – Siamo entrati nella Terza Repubblica – annuncia – quella che mette al centro gli italiani».