Un fumetto di culto. Un film tratto dallo stesso, la cui aura maledetta è stata alimentata dalla tragica morte sul set del protagonista, Brandon Lee. “Il Corvo” di James O’Barr è un’opera iconica e come tale ha segnato la cultura dark degli ultimi trent’anni. Adesso è tornato a rivivere grazie all’italiana Edizioni BD che ha messo insieme un team creativo di primissimo livello (Roberto Recchioni ai testi e Werther Dell’Edera ai disegni) e ha strappato l’ok alla statunitense IDW Publishing, detentrice dei diritti, per realizzare una nuova serie. Quattro numeri pubblicati in contemporanea in Italia e negli Usa. “Il Corvo: Memento Mori” è ambientato a Roma e il racconto prende le mosse da un attacco terroristico in cui perdono la vita il giovane David, la sua ragazza Sarah e la maggior parte dei fedeli radunati davanti ad una chiesa. Ad accompagnare la storia principale, ciascun albo contiene una mini-storia tributo con protagoniste al femminile. Insieme a Dell’Edera e Recchioni, hanno preso parte dal progetto gli autori delle short-stories Micol Beltramini, Daniele Serra, Matteo Scalera, Moreno Dinisio, Davide Furnò, Daniel de Filippis e Emanuele Ercolani.
IL CONFRONTO CON L’ORIGINALE. «L’idea del progetto è stata di Marco Schiavone di Edizioni BD – racconta Werther Dell’Edera – che ha presentato a O’Barr un prodotto diverso rispetto a quanto era stato fatto sino ad ora al di fuori della serie originale. Personalmente non ho incontrato grossi problemi ad immaginare una mia versione del Corvo. Non sono stato troppo a preoccuparmi di dare per forza una connotazione stilistica particolare. Volevo solo che fosse un prodotto riconoscibile come mio. È vero che io e O’Barr siamo abbastanza diversi – continua Dell’Edera – ma in fondo stiamo dalla stessa parte. Abbiamo entrambi un’attenzione particolare al segno e all’espressività, diversa da altri disegnatori più realistici. Quindi, per molte cose, la sperimentazione di O’Barr, in realtà, mi è molto vicina». «Ho accettato questa sfida – spiega Roberto Recchioni – per tre motivi. Il primo è perché il Corvo è un’icona mondiale e questa uscita contemporanea tra Italia e Stati Uniti ci permette di avere una doppia platea immediata. Poi perché mi piaceva tornare a lavorare con Edizioni BD anni dopo la mia graphic novel “Ucciderò ancora Billy The Kid” che era andata molto bene. Infine, perché al Corvo sono legatissimo. Quando venne stampato per la prima volta in Italia muovevo i miei primi passi nel mondo del fumetto. A quel tempo collaboravo con gli editori che lo pubblicavano e lavoravo come commesso in una fumetteria romana. Proprio in occasione di una presentazione a Roma mi capitò di portare in giro James O’Barr. Quindi per me è come un cerchio che si chiude».
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IL CORVO ADOLESCENTE. Ma come ci si confronta con un mito? «Guardandolo in faccia. Nel senso che non bisogna averne timore ma rispettarlo. Occorre capire quali sono gli elementi chiave dell’opera e farli propri. Nel Corvo c’è la vendetta, che è l’elemento più evidente. Un’atmosfera dark, gotica, ugualmente evidente. Ma poi c’è un terzo elemento: io dico che il Corvo puzza come un adolescente, “smells like teen spirit”, e quindi devi saper ritrovare il te stesso adolescente per raccontarlo. Gli amori del Corvo sono adolescenziali, assoluti, privi di toni di grigio. È un dramma. Il primo passo quindi è stato creare un nuovo Corvo 16enne, David, che non si era mai visto nella serie. Il successivo trovare un tema che si prestasse a quella che è, al momento, la mia sensibilità. Sono diventato un autore molto politico. Mi sono quindi chiesto: “Qual è la morte più ingiusta?”. Penso che prendere un gelato e venire investito da un camion lanciato sulla folla sia qualcosa di particolarmente ingiusto. E da lì è nato poi il tema della guerra tra religioni…».