Si apre subito il fronte tra Roma e Bruxelles all’indomani del varo della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Le promesse di una campagna elettorale che sembra non finire mai si scontrano con la realtà dei conti. E per provare a mantenere gli impegni su tasse, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero il governo presenta una manovra finanziaria finanziata con un deficit al 2,4% per tre anni, lontano da quanto concordato dal ministro Tria con l’Europa. E a questo punto lo scontro con Bruxelles, che potrebbe respingere il Def, è dietro l’angolo. Ad accendere le polveri sono stati i primi commenti giunti dal commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, in un’intervista alla tv francese Bfm Tv. «Se gli italiani continuano a indebitarsi, cosa succede? Il tasso di interesse aumenta – spiega Moscovici – il servizio del debito diventa maggiore. Gli italiani non devono sbagliarsi: ogni euro in più per il debito è un euro in meno per le autostrade, per la scuola, per la giustizia sociale».
LEGGI ANCHE: Decreto sicurezza e immigrazione, cosa prevede il testo che piace all’Ue
SCONTRO UE-ITALIA SUL DEF. «Non abbiamo alcun interesse – continua Moscovici – ad aprire una crisi tra l’Italia e la Commissione, ma non abbiamo neanche interesse a che l’Italia non riduca il suo debito pubblico, che rimane esplosivo. Rilanciare quando c’è un debito molto alto, finisce per ritorcersi contro chi lo fa. Voglio continuare il dialogo con le autorità italiane, dicendo ancora una volta che rispettare le regole non è una cosa che fanno per noi ma per loro, perché quando un Paese si indebita si impoverisce». D’altra parte l’Italia è un Paese in difficoltà: la gestione della crisi bancaria da parte del Pd ha lasciato un’eredità pesante, così come le clausole di salvaguardia pronte a far scattare l’aumento dell’Iva a gennaio e l’incapacità strutturale di tagliare la spesa pubblica. Lega e 5 Stelle conoscono da mesi la situazione, ma sono determinati ad andare dritti per la loro strada: «La Ue boccia la manovra? Noi andiamo avanti», ha detto Matteo Salvini. «Il diritto alla salute, alla vita, alla pensione e al lavoro degli italiani – sottolinea il vicepremier leghista – viene prima delle minacce europee, ai colpi di spread e a qualsiasi ragionamento di qualche commissario europeo». Più cauto Luigi di Maio: «Con le istituzioni europee vogliamo interloquire e non andare allo scontro». E sulla posizione dell’Ue aggiunge: «Le preoccupazioni di Moscovici sono legittime, ma il governo si è impegnato a mantenere il 2,4% in tre anni. Abbiamo intenzione di ripagare il debito, di fare gli investimenti per favorire la crescita e vi assicuro che il debito scenderà».
COSA PREVEDE IL DEF. La manovra, secondo gli accordi raggiunti, conterrà dunque una prima versione di flat tax per oltre un milione di partite Iva, l’avvio del reddito e della pensione di cittadinanza, una nuova rottamazione delle cartelle, il superamento della legge Fornero e un fondo da 1,5 miliardi per i truffati delle banche. Il costo inizialmente stimato intorno ai 33 miliardi di euro, è lievitato in realtà intorno ai 40 miliardi. La flat tax comincerà dalle piccole imprese: per loro è in arrivo un prelievo fisso del 15% che, secondo le previsioni della Lega, riguarderà oltre un milione di italiani. Per gli altri cittadini si arriverà alle aliquote del 23% (fino a 75mila euro di reddito) e del 33% (oltre 75mila euro) entro la fine della legislatura. Le risorse a disposizione per l’avvio del reddito e della pensione di cittadinanza ammontano a 10 miliardi di euro per 6,5 milioni di persone, secondo calcoli del M5s, che ora sono sotto la soglia di povertà. C’è anche il via libera alle pensioni di cittadinanza, che fissa una soglia di 780 euro per le pensioni minime. Il tema delle pensioni con il superamento della legge Fornero è quello più atteso della manovra e sia Lega che M5s puntano ad intestarsi la misura. La possibilità di andare in pensione anticipatamente, attraverso il meccanismo di quota 100, riguarderà almeno 400 mila persone. Sul piatto ci sono risorse per 8 miliardi. Tra le altre misure previdenziali, c’è il taglio delle “pensioni d’oro” sopra i 4.500 euro. Aumentano i fondi per i “truffati dalle banche”: inizialmente si ipotizzava un fondo di 500 milioni, ieri il vicepremier Di Maio ha parlato di un miliardo. La manovra, infine, contiene anche il provvedimento per la cosiddetta “pace fiscale” che prevede la chiusura delle cartelle Equitalia fino a 100 mila euro, secondo la bozza del Def, una soglia sensibilmente inferiore al milione di euro a cui puntava la Lega.