La strutturazione di questo itinerario è approntata come una guida pratica a un suggestivo scorcio di Londra e ai luoghi che hanno ospitato l’iconico set del film di Roger Michell, al fine di facilitare il lavoro a qualsiasi appassionato di cineturismo o dell’esclusivo distretto residenziale, sì da potersi orientare e muovere tra edifici, strade e indirizzi.
La prima tappa, sorprendentemente al di fuori di Notting Hill, è il 150 sulla Piccadilly (facilmente raggiungibile con la tube di Green Park e le linee Jubilee, Piccadilly e Victoria). Di cosa si tratta? The Ritz ovviamente! Piccola curiosità in merito: le riprese nell’atrio e nei corridoi del celebre hotel sono state realizzate tra le due e le quattro di notte in modo da non risentire della presenza dei veri clienti. La struttura, infatti, ha sempre adottato una politica abbastanza rigida riguardo ai permessi per riprese interne ma, nel caso di specie, a quanto pare, è stata fatta un’eccezione senza precedenti. Per rimanere in ambito alberghiero, ulteriore sosta è d’obbligo al Savoy Hotel, al n.1 di Savoy Hill sulla Strand (tube di Charing Cross, linee Backerloo e Northern). Qui, nella scena finale del film, l’impacciato protagonista irrompe nella Lancaster Room durante una conferenza stampa dell’attrice per convincerla a prolungare la sua permanenza in suolo britannico, rimediando così al proprio iniziale diniego alla prosecuzione della relazione. Infine, nel settore, l’Hempel Hotel, al 31-35 di Craven Hill Gardens (tube Paddington, line District, Circle, Bakerloo, City e Hammersmith): presso il giardino Zen, firmato della designer Anouska Hempel, è stata allestita l’elegante location del matrimonio tra Anna Scott e William Thacker.
Ci spostiamo quindi con la Central, la District o la Circle line e giungiamo a Notting Hill, dove, appena usciti dall’Underground, imboccando il varco di sinistra, troviamo al civico 103 il Notting Hill Coronet. La struttura, eretta nel 1898, con tratti vagamente vittoriani, era in principio stata adibita a teatro. La reputazione del Coronet è sempre stata molto rispettabile, tanto che Re Edoardo VIII vi assistette a uno spettacolo e Sir John Gielgud vide qui per la prima volta una rappresentazione di Shakespeare (il teatro ospitò, per altro, anche illuminanti esibizioni di Irving). Pur proiettando film dal 1916, venne adibito a cinema a tempo pieno solo nel ‘23, conservando tuttavia il tradizionale splendore. Hugh Grant si reca qui per la visione di Helix, film fantascientifico di Anna Scott, e in occasione di un appuntamento con l’attrice al quale si presenta con una maschera da sub con lenti graduate.
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Percorrendo Notting Hill Gate in direzione della stazione di Holland Park, giriamo a destra in Landsdowne Road. Voltando alla sesta di sinistra, troviamo i Rosmead Gardens, presso i quali è stata girata la celebre scena del bacio dopo che i due hanno scavalcato il cancelletto d’ingresso. Espressione particolare dei tradizionali giardinetti comunali, i Rosmead Gardens sono sovvenzionati dai residenti di Ladbroke Estate e pertanto destinati a loro uso privato ed esclusivo, essendo i soli residenti a possederne le chiavi. Riguardo allo sgattaiolare al di là della cancellata, non pensateci nemmeno! Considerato il notevole dislivello della ringhiera con l’altra sponda, non è consigliabile imitare le imprese da scalatrice di Julia Roberts. Il circondario include anche i vicini Arundel e St. John’s Gardens.
Ultimato il giro esterno di perlustrazione, basta girare nuovamente a sinistra per Lansdowne Road e, al n.91, troviamo la casa di Max e Bella, dove il libraio presenta la diva agli amici in occasione della festa di compleanno della sorella Honey. L’edificio si presenta come una delle folkloristiche terraced houses color pastello, con recente rifacimento della facciata in verde acqua e la tipica piazzola piastrellata antistante all’ingresso.
Continuando lungo Lansdowne Road, svoltando a sinistra su Ladbroke Road e nuovamente su Elgin Crescent, la seconda a destra dovrebbe essere Portobello Road. Già set negli anni sessanta per i film di Bryan Forbes, Michael Caine, Mick Jagger e dei Beatles, la strada ha rappresentato al meglio il periodo Swing alla pari di Carnaby Street e King’s Road. Il primo appuntamento è al 142: qui non si trova alcun “Travel Bookshop Co.” ma è questo il luogo utilizzato nel film per l’ambientazione esterna del negozio. Ai tempi delle riprese vi era il negozio Nicholls Antique Arcade, in seguito l’antiquario Gong e, in epoca più recente, un negozio di scarpe denominato appunto “Notting Hill”. La nuova gestione dell’esercizio ha ricreato un aspetto esterno sfacciatamente verosimile alla vetrina azzurra del film. Una o due porte più avanti, rispetto alla macelleria accanto al negozio, si trova, tra l’altro, un ufficio della casa di produzione di Curtis.
Qualche minuto a piedi ed è possibile raggiungere facilmente il poco distante Electric Cinema, al 191 di Portobello Road. Questo è uno dei più vecchi cinema del Regno Unito, eretto come tale nel 1910, quando Portobello Road era una raffinata strada di negozi. Dall’epoca non ha subito grandi cambiamenti, conservando lo storico schermo in proporzioni 4×3. Dopo aver attraversato un periodo di crisi negli anni ’60 e ’70 e dopo svariate cessioni, è stato riportato agli antichi sfarzi con poltrone di pelle, poggiapiedi e i tradizionali tavolinetti per cibo e vivande. Tra una poltrona e l’altra è sistemata un’abat-jour in perfetto stile retrò. Nel film è possibile ammirarne l’esterno grazie allo spavaldo piano sequenza nel quale si succedono quattro stagioni. La realizzazione della scena, girata in un solo giorno, venne affidata alle società specializzate in effetti meteorologici Effect Associates e Snow Business, che poi unificarono i quattro ciak al computer.
Tappa successiva dell’itinerario è, poco avanti, il n. 201, dove si trova – o meglio, si trovava – il Saints Tattoo Parlour. Lo storico negozio di tatuaggi di Notting Hill ha, infatti, chiuso i battenti (notizia, tra l’altro, non riportata da alcuna guida “aggiornata” o altra fonte). Da una chiacchierata con il nuovo proprietario è emerso che il vecchio tatuatore, Marc Saint, si sta godendo la meritata pensione dopo aver ceduto l’attività, tramutata in un negozio giapponese di abbigliamento. La memorabile effigie a tinte rosse sulla vetrina nera è stata coperta, ma intravedendosi ancora sul fondo. Il tatuaggio a Notting Hill non è, però, sparito del tutto: l’anziano tatuatore continua a fare qualche lavoretto nella mansarda in cui vive, alla quale si accede dalla porta nera sul fianco destro della nuova vetrina. All’inizio del film appare proprio la bottega del tatuaggio, con fuori un tizio ubriaco e ignaro del perché si sia fatto incidere “Sono pazzo di Ken”. Altro fenomeno tipico della zona i parrucchieri radicali, i cui clienti somigliano a una delle Spice Girl versione “i capelli sono miei e me li gestisco io”.
La reale fermata obbligatoria è il vero Notting Hill Bookshop al 13-15 di Blenheim Crescent, traversa sulla sinistra dopo Elgin Crescent. In attività per oltre trent’anni – dal ’79 per l’esattezza – The Travel Bookshop, che ha ispirato il film, ha chiuso nel 2011, per poi essere soppiantato da una nuova libreria. Il ragazzo al banco, che ci aiuta a scegliere un libro, si è dimostrato gentile nel fornire qualche indicazione e suggerimento stradale, ma l’idea di un librario come Hugh Grant sarebbe stata certo più suggestiva! A meno di cento metri da qui si scorge Westbourne Park Road. Al 303, in quella che oggi è una semplice porticina chiusa, c’era la piccola caffetteria dove William acquista la spremuta d’arancia che poi riverserà addosso all’attrice. A quel civico non c’è mai stato un esercizio simile ma, due porte accanto, oltre il barbiere, all’angolo tra Westbourne Park Road e Portobello Road si trova quello che un tempo era la proprietà sfitta davanti alla quale avviene il fortunoso incidente. Qui oggi sorge un Coffee Republic.
E, come nel film, giusto all’angolo opposto dell’incrocio si trova il 280: la casa dal portone blu che William Thacker divide con Spike. La proprietà, un tempo di Richard Curtis, ha un valore superiore a 1,3 milioni di sterline. Quello che nel film viene fatto apparire come un angusto e malmesso monolocale vanta in realtà un ampio cortile interno con giardino e un ingresso di circa novantadue metri quadrati. Gli interni mostrati nel film, infatti, non sono altro che il frutto di riprese eseguite in uno studio cinematografico e, pertanto, non presentano alcuna verosimiglianza con quanto si nasconde dietro il portone. Poco dopo il grande successo, la celebre porta fu rimossa e venduta all’asta in beneficenza per 20mila sterline dalla Christie’s Auction (si trova ora a Hope Cove, nel Devon), per poi essere rimpiazzata da una più anonima porta nera. Il proprietario ha scelto di cambiarne il colore per renderla meno individuabile e per mettere fine al pellegrinaggio finalizzato ad apporre il proprio autografo sul cimelio. Immediate le proteste: scritte come “R.I.P. Blue door” o “This is the Hollywood door”. Poco tempo fa, però, una nuova porta blu è stata ripristinata al 280.
Proseguendo oltre, in una decina di minuti, superato il sottopassaggio Westway, si arriva all’estremità di Portobello Road. La prima a destra è, quindi, Golborne Road che incrocia con Bevington Road. Esattamente al n. 105 si trovava Portfolio, oggi semplicemente “cards and gift”, negozio di materiale artistico. Questa bottega angolare è la location scelta per il fallimentare ristorante di Tony, l’amico di William, dove Bernie arrangia al piano “Blue Moon” la sera della chiusura del locale e dove William realizza, grazie all’aiuto degli amici, di aver sbagliato a rifiutare Anna Scott. Da qui parte l’inseguimento che si conclude alla Lancaster Room del Savoy. Gli interni della casa di William, del ristorante e della libreria sono stati realizzati presso gli Ealing e Shepperton Studios.
Per la cena durante la quale la Roberts dà il meglio di sé è stato scelto il rinomato ristorante giapponese Nobu, presso il Metropolitan Hotel, al 19 di Old Park Lane (entrata all’angolo di Hertford Street), facilmente raggiungibile con la tube di Hyde Park Corner e la Piccadilly line. Il sito delle riprese del film in costume della Scott basato su Henry James è invece Kenwood House a Hampstead Lane (NW3), nel nord di Londra. Una sontuosa magione del diciottesimo secolo, realizzata da Robert Adam e appartenuta a Lord Mandfield, che è stata acquistata negli anni ’20 da Lord Iveagh, magnate della birra Guinness. è possibile apprezzarne i meravigliosi giardini e la sontuosa galleria con dipinti di Turner, Vermeer, Reynolds e Rembrandt. Nonostante i problemi riscontrati in occasione della première di Titanic, la produzione riuscì in ventiquattr’ore e senza problemi a girare la scena finale del film presso l’Uci Empire di Leicester Square. E la panchina con l’iscrizione “Per Jude, che amava questo giardino, da Joseph, che le sedeva sempre accanto”? Spiace deludere ma il sedile in questione si trova presso i Queens Gardens di Perth, in Australia Occidentale. Ma questo è un altro viaggio.