Il governo è determinato a sbloccare il dossier Tav entro venerdì 8 marzo. La garanzia è arrivata direttamente dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine del vertice a Palazzo Chigi con i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. «Prenderemo una decisione nell’interesse dell’Italia», sono state le prime parole pronunciate da Conte all’uscita dalla riunione. «Ci saranno altre riunioni e credo che una scelta arriverà entro venerdì». Al tavolo ci saranno anche i tecnici. «Ma – secondo Conte – dopo la razionalità tecnica, è il momento della razionalità politica».
Il premier smentisce che sulla questione dell’opera ferroviaria si possa innescare una crisi di governo: «Siccome prenderemo la scelta migliore per i cittadini, ovviamente il governo non rischia. Mi batterò – spiega Conte – perché non sia trascurato alcun aspetto per una decisione corretta spiega». E aggiunge: «Posso garantire che prenderemo una decisione per tutelare l’interesse nazionale». Conte cerca anche di minimizzare lo scontro tra Di Maio e Salvini sulla Tav e si ritaglia un ruolo di mediatore: «Rispetto le posizioni della Lega e del M5S – dice – ma sarò garante che queste posizioni pregiudiziali non pesino sul tavolo. Partiremo dall’analisi costi-benefici».
Quindi i soci di governo, per uscire dall’impasse infinito sulla grande opera, hanno scelto di affidare il dossier nelle mani di Conte. Che, mai come questa volta, dovrà svolgere il ruolo di mediatore. La dinamica, commentano fonti M5s, è quella già vista durante la trattativa sulla procedura d’infrazione con la commissione Ue. Il punto di partenza di qualsiasi decisione sarà un’analisi “razionale” della relazione costi-benefici sulla Tav. Un’analisi che, di fatto, boccia il proseguimento dell’opera e alla quale, ha spiegato lo stesso Conte, sarà affiancata anche un’analisi di “razionalità politica”. Anche dalla Lega hanno detto di condividere il modus operandi di Conte: «Stiamo lavorando per la soluzione migliore partendo da dati oggettivi – ha detto il capogruppo del Carroccio Riccardo Molinari – La soluzione è nelle mani del presidente Conte, le posizioni di partenza sono note. Siamo fiduciosi che si risolverà tutto per il meglio».
LEGGI ANCHE: «La Tav va fatta»: Salvini riapre lo scontro nel governo
Al centro della discussione i bandi Telt. Se entro l’11 marzo si non dovesse arrivare ad una decisione positiva per l’alta velocità Torino-Lione, l’Italia rischia di dover restituire i finanziamenti ricevuti dalla Ue, a partire da una prima tranche di 300 milioni. Sui bandi Conte ha assicurato che una decisione verrà presa entro lunedì. Il premier aggiunge che in questi giorni «non è prevista alcuna interlocuzione con la Francia» e che al momento il governo non può discutere di un aumento dei fondi europei per la Tav. «Non possiamo chiederlo ora – spiega Conte – perché questo presupporrebbe un sì all’opera che al momento non c’è».