Per la terza volta, il Parlamento britannico ha respinto l’accordo con Bruxelles sulla Brexit, questa volta con un margine di 58 voti. A nulla è valsa la promessa della premier di dimettersi presto se l’accordo fosse passato. Decisiva è stata l’opposizione degli unionisti protestanti nordirlandesi, che temono la separazione dell’Ulster dalla Gran Bretagna se fosse attuata l’intesa con Bruxelles. La Gran Bretagna ha perso così la possibilità di ottenere una proroga per Brexit al 22 maggio, e sarà costretta a comunicare le sue intenzioni all’Ue entro il prossimo 12 aprile.
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Ora gli scenari possibili sono due. Come ha sottolineato la stessa May la prospettiva automatica è che la Gran Bretagna abbandoni l’Unione europea il 12 aprile, senza nessun accordo. Oppure si dovrà chiedere alla Ue una lunga proroga, minimo di un anno, ma in questo caso Londra sarà costretta a partecipare alle elezioni europee di maggio. Lunedì il Parlamento di Westminster tornerà a esaminare delle ipotesi alternative sulla base delle quali riaprire un negoziato con Bruxelles.
In view of the rejection of the Withdrawal Agreement by the House of Commons, I have decided to call a European Council on 10 April. #Brexit
— Charles Michel (@eucopresident) March 29, 2019
Nel frattempo il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato una riunione per il 10 aprile. Sarà probabilmente l’occasione in cui si capirà cosa succederà il 12 aprile. Anche se da Bruxelles in una nota la Commissione europea fa sapere che a questo punto uno scenario del no deal a partire dalla mezzanotte del 12 aprile «è quello più probabile».