«Io lavoro, io rispondo con il lavoro, con i fatti. Questa gente che cerca fascisti, comunisti, nazisti, marziani venusiani. I ministri sono pagati per lavorare. Io sono pagato per mantenere ordine pubblico e sicurezza». Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha replicato alle preoccupazioni del vicepremier cinquestelle Luigi Di Maio per le alleanze europee della Lega «con chi nega l’Olocausto».
E anche se i protagonisti smentiscono i malumori, continuano a scambiarsi accuse. Se a dividerli non è la Tav sono i temi della famiglia, se non è il memorandum con la Cina è la crisi in Venezuela, se non è la castrazione chimica sono le banche. La tesi che il conflitto sia solo un’esigenza elettorale vale fino a un certo punto, perché la polemica sta degenerando nell’insulto. Da Salvini una stoccata anche sulle posizioni grilline riguardanti le opere pubbliche: «Anche in queste ore una nave ong che stava arrivando in Italia ha cambiato indirizzo e sta andando da un’altra parte. Vuol dire che l’Italia difende i suoi confini. Mi piacerebbe che tutti i ministri avessero la stessa concretezza sbloccando cantieri, facendo ripartire opere pubbliche. Se invece di polemizzare si lavorasse di più, si sbloccassero i cantieri fermi, l’Italia sarebbe un paese migliore».
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Dall’evento Sum di Ivrea, organizzato in memoria di Gianroberto Casaleggio, arriva la replica di Di Maio: «La memoria è fondamentale per ricordarci delle tragedie storiche e ci aiuta a insegnare ai nostri figli cosa essere o no. Questo governo, quando lavora sui fatti lavora bene, e io lavoro benissimo con Salvini e la Lega. Abbiamo problemi quando parliamo di temi ideologici che a volte sono di ultradestra». «Abbiamo ben chiaro che questo governo deve andare avanti, deve governare per altri quattro anni e risolvere i problemi del Paese».
I due vicepremier ritrovano invece compattezza quando si tratta di sollecitare il ministro dell’Economia Tria sui rimborsi ai truffati delle banche: «I rimborsi dovevano partire ieri. È già passato troppo tempo – dice Salvini – Bene i tecnici che approfondiscono, studiano e riflettono però c’è un limite all’approfondimento perché la gente, giustamente, il mutuo lo deve pagare e non ha tempo». E Di Maio rincara la dose: «È una follia, ci sono i soldi ma manca una carta che eroghi i soldi. Lunedì si fa quest’incontro poi o si fanno i decreti o si erogano i soldi direttamente, senza arbitrati».