Rinite allergica e asma sono spesso presenti in uno stesso soggetto. Molti studi scientifici mettono in evidenza una percentuale dell’80% di pazienti che soffrono di asma e contestualmente di rinite allergica. E i soggetti affetti da rinite allergica hanno una probabilità quintuplicata di sviluppare nel corso della loro vita l’asma cronico. Rinite e asma rappresentano, dunque, le due facce della stessa medaglia, in questo caso della stessa patologia. Ancora oggi si tende a curare le due patologie separatamente, arrecando ancora più danni a fronte degli aspettati benefici. Della necessità di ricorrere ad un trattamento integrato se n’è approfonditamente parlato nel corso del congresso mondiale dell’American Thoracic Society di San Diego. Dal congresso è emerso che sarebbe possibile utilizzare un unico principio attivo efficace sia per combattere la rinite che l’asma.
Entrambe le patologie – rinite allergica e asma allergica – sono sostenute da un comune processo infiammatorio delle vie aeree e ciò richiede l’applicazione di un unico trattamento terapeutico, di un’unica strategia terapeutica. La rinite allergica è una infiammazione della mucosa nasale determinata dagli allergeni respiratori (acari della polvere, pollini stagionali, muffe, epitelio di gatto e cane, cipresso, betulla, ambrosia, etc.) che dopo essersi unite alle IgE determinano a livello di alcune cellule, mastociti e basofili, l’attivazione e il rilascio di numerosi mediatori cellulari infiammatori. Quindi l’allergia è una reazione del sistema immunitario verso sostanze innocue, come ad esempio i pollini. Le sostanze che possono causare un’allergia sono chiamate allergeni. Gli allergici producono un tipo di anticorpi, le immunoglobuline E (IgE), che interagiscono in modo specifico con l’allergene. L’interazione tra le IgE e gli allergeni innesca la reazione allergica, con liberazione di mediatori, in primis l’istamina, responsabili dell’insorgenza dei sintomi.
L’allergia è specifica verso un determinato allergene, ma un soggetto allergico può essere allergico a uno o più allergeni. La reattività crociata è un disturbo che si manifesta clinicamente quando si associano due o più allergie, definite appunto “allergie crociate”. Rinite allergica e asma possono essere innescate, dunque, anche da allergeni alimentari. Il 35% della popolazione soffre di rinite allergica, con tassi di prevalenza in alcune aree geografiche. In relazione alla durata dei sintomi la rinite allergica può essere perenne o stagionale, anche se le nuove linee guida “Aria” propongono una nuova classificazione in persistente o intermittente. In base alla gravità dei sintomi, al condizionamento delle attività quotidiane e al sonno viene la rinite viene classificata in lieve, moderata e severa. Quindi la rinite, pur essendo considerata una malattia non grave, ha la capacità di interferire in modo significativo sulla vita sociale ed altera le prestazioni scolastiche e lavorative dei soggetti affetti.
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Inoltre la rinite allergica è una patologia che si associa spesso all’asma e rappresenta un fattore di rischio per la sua insorgenza. Infatti, circa il 40% dei rinitici persistenti soffrono anche di asma e la rinite è quasi sempre presente nell’asma allergica. Questi dati evidenziano come è necessario ricorrere a dei trattamenti comuni per controllare entrambe le patologie, la rinite e l’asma, considerando che il trattamento della rinite, maggiormente di quella persistente, è in grado di ridurre l’impatto dovuto dall’asma sulla qualità di vita dei pazienti. Ricorrere a un unico principio attivo contrasterebbe gli elementi alla base dell’infiammazione: i leucotrieni. Questi ultimi sono stati identificati come mediatori di una serie di fenomeni infiammatori ed allergici: artrite reumatoide, malattie infiammatorie intestinali, psoriasi, rinite allergica ma soprattutto dell’asma bronchiale. Altra terapia che sortisce buoni risultati è la prescrizione di cortisonici locali che riducono e azzerano l’infiammazione cronica a livello della mucosa nasale.
Questi pazienti definiti con “naso ribelle” hanno una scarsissima qualità di vita, oltre all’ostruzione nasale presentano starnuti, prurito, rinorrea, congiuntivite, sino alla tosse persistente e all’asma. Solitamente le malattie nasali prendono forma in età pediatrica. Moltissimi bambini con problemi rinitici non respirando fisiologicamente presentano una respirazione patologica orale, non dormono, non si alimentano bene con conseguenze sull’accrescimento, non riescono a concentrarsi a scuola, non riescono a fare sport: presentano, dunque, una scarsa qualità di vita con moltissime limitazioni e con l’alta probabilità di divenire da adulti dei soggetti asmatici cronici.
Curare le patologie nasali e quindi prevenire le patologie bronchiali è possibile con una attenta analisi. La visita otorinolaringoiatrica è dirimente in associazione all’esecuzione di esami diagnostici allergologici di primo livello, ossia il prick test per allergeni respiratori e alimentari, test non invasivo e rapido che prevede l’utilizzo di estratti allergenici conservati in flaconcini, ciascuno dei quali contiene una soluzione con un singolo allergene. Il test è innocuo e può essere effettuato a qualunque età e in qualsiasi periodo dell’anno, purché non sia in corso una terapia con farmaci antistaminici, che devono essere sospesi una settimana prima di eseguire il test. Il test si esegue pungendo leggermente la cute con un’apposita lancetta per prick test e applicando una goccia di allergene sulla cute dell’avambraccio. Se il test è positivo, nel giro di alcuni minuti compare un piccolo rigonfiamento pruriginoso (simile a una puntura di zanzara), nel punto in cui è stato applicato l’allergene. In alternativa alla lancetta, oggi si utilizza una sorta di “pennino”: questo innovativo strumento rilascia la goccia di allergene sulla cute e senza praticare la puntura porta a termine il test solo per contatto. È uno strumento che non si trova in tutti gli ambulatori o presidi medici, ma permette di evitare anche i minimi fastidi, soprattutto in ambito pediatrico, dei prick test tradizionali, come la puntura della cute e raramente le microlesioni cutanee.
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Alcune forme di rinite, per esempio la rinite vasomotoria o la rinite cellulare, necessitano di una diagnostica attenta e mirata di tipo “citologico”. La citologia nasale è un esame di secondo livello molto importante per formulare la diagnosi di rinite cronica non allergica cellulare. È un esame veloce, non invasivo e molto semplice da eseguire. Le riniti cellulari, quali infiammazioni croniche della mucosa nasale, prendono il nome dalle cellule presenti nel naso. Possono distinguersi in Nares (rinite non allergica eosinofila), Narma (rinite non allergica mastocitaria) e Naresma (rinite non allergica eosinofila e mastocitaria). Queste cellule sono cellule “buone” presenti normalmente nel sangue ma se raggiungono la cavità nasale sono responsabili della sintomatologia del “naso ribelle”. Queste patologie nasali, in particolar modo quelle non allergiche, disturbano il sonno e la qualità di vita soprattutto dei giovanissimi, basti pensare solo che più di un bambino su 10 (13%) nasce con una rinite non allergica su base “cellulare”. Una corretta diagnosi è il punto di partenza per prescrivere terapie mirate alla riduzione e all’azzeramento della comparsa di possibili complicanze quali rinosinusite, asma, o ancora peggio, poliposi nasale.
La desensibilizzazione chiamata anche immunoterapia specifica (ITS) viene effettuata nei pazienti affetti da allergie respiratorie (pollini, acari, muffe) e allergia da imenotteri. L’immunoterapia specifica, oltre ad alleviare i sintomi, combatte le cause dell’allergia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità la riconosce come unico trattamento che può «portare alla guarigione dell’allergia e cambiare la qualità di vita del paziente». La desensibilizzazione si basa sul principio di somministrare al paziente quantità piccole e progressivamente crescenti degli allergeni che provocano la reazione allergica. La somministrazione può avvenire per via orale, non solo nella formulazione di compresse o gocce, ma oggi anche in spray, seguendo un calendario delle assunzioni prescritto dal medico, e per via iniettiva o sottocutanea mediante micro-iniezioni praticate nel sottocute del braccio, a dosi crescenti nel tempo. Proprio in tale ambito è in arrivo una novità: la desensibilizzazione sottocutanea si esegue senza utilizzare le microsiringhe, non si praticherà più la micro-iniezione al paziente ma la somministrazione avverrà solo per diffusione appoggiando una fiala alla cute. Oggi le patologie allergologiche possono essere trattate con metodiche innovative, veloci, non invasive, dai risultati certi senza effetti collaterali e particolari controindicazioni.