Se M5s e Pd riusciranno a trovare l’accordo per un nuovo governo, il primo nodo da sciogliere è il nome del nuovo premier. Dando per assunto che un Conte bis sia da escludere in virtù di quella «discontinuità» rivendicata da Zingaretti , il totonomi è già partito e sono numerose le personalità citate qua e là come possibili aspiranti alla guida di Palazzo Chigi. Tra i nomi di peso sono stati fatti quelli di Raffaele Cantone, attuale presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, e quello dell’economista Carlo Cottarelli, già incaricato nel 2018 di formare un nuovo governo tecnico provvisorio vista l’iniziale impossibilità di trovare un’intesa fra M5s e Lega.
Sono circolati anche i nomi degli ex presidenti della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick e Valerio Onida. Ma l’incarico potrebbe andare anche a Sabino Cassese, giudice costituzionale gradito al M5s e già ministro della Funzione pubblica nel governo Ciampi (1993-1994). E si è anche parlato della vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, 56 anni, molto vicina a Mattarella. L’ipotesi del premier donna è stata avanzata anche dal Pd: Paola Severino, ex guardasigilli del governo di Mario Monti. Tra i politici è stato fatto anche il nome di Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati e aveva già ricevuto dopo le elezioni di marzo 2018 un mandato esplorativo dal presidente Mattarella per vagliare la possibilità di una maggioranza Pd-M5S, poi naufragata anche per il “no” di Renzi e per le affinità maggiori emerse con la Lega.
LEGGI ANCHE: Come sono andate le consultazioni
Ma il fatto che Di Maio non abbia esplicitamente citato la nuova possibile alleanza con il Pd apre la strada ad una figura neutrale rispetto ai due principali contraenti dell’accordo. E così hanno cominciato a circolare due nomi nuovi che sono significativi: il primo è quello di Enrico Giovannini, economista, ex presidente dell’Istat che è stato anche ministro del lavoro, da tecnico, nel governo Letta, ma che negli ultimi anni ha visto con favore alcune delle misure che stanno a cuore al Movimento 5 stelle di Di Maio.
Anche il secondo nome è di un ex del governo Letta: Massimo Bray che fu ministro dei Beni culturali e che poi è andato a guidare l’enciclopedia Treccani. Bray, di estrazione dalemiana, è stato deputato del Pd, ma è molto considerato dai 5 Stelle. Lo stesso Davide Casaleggio l’ha voluto come ospite e relatore alla sua riunione annuale di Sum a Ivrea, in memoria del padre Gianroberto.