Doveva essere una trattativa top secret. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe ricevuto a Camp David, una delle residenze presidenziali in un’area montuosa nel Maryland settentrionale, i principali leader talebani e, separatamente, il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani per negoziare la pace nella Regione lacerata di un conflitto cominciato dopo l’11 Settembre 2001 e da allora mai concluso. Ma mentre si svolgevano le trattative di pace, due attentati, il 3 e il 5 settembre, hanno seminato il terrore a Kabul. Da qui la decisione di Trump di far saltare tutto.
Unbeknownst to almost everyone, the major Taliban leaders and, separately, the President of Afghanistan, were going to secretly meet with me at Camp David on Sunday. They were coming to the United States tonight. Unfortunately, in order to build false leverage, they admitted to..
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 7, 2019
Su Twitter Trump ha spiegato non solo di aver cancellato l’appuntamento di Camp David ma anche di aver annullato i colloqui di pace. «Che tipo di gente ucciderebbe così tante persone per tentare di aumentare il proprio potere di contrattazione? Così hanno solo peggiorato le cose! Se non riescono ad accordarsi su un cessate il fuoco durante questi importantissimi colloqui di pace e uccidono addirittura 12 persone innocenti – ha scritto Trump – probabilmente non hanno il potere di negoziare comunque un accordo significativo. Quanti altri decenni sono disposti a combattere?».
Complessivamente nei due attacchi le vittime sono state almeno 26 e i feriti circa 140. Ma è stato il secondo atto terroristico a fare infuriare il presidente Usa per due motivi. Il primo, perché tra le vittime ci sono stati anche due soldati della missione delle Nazioni Unite Resolute Support in Afghanistan: un militare di nazionalità rumena e uno statunitense. Il secondo, perché i talebani hanno volutamente e provocatoriamente rivendicato l’esplosione affermando che l’obiettivo dell’attacco era proprio la sede dell’intelligence.
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Gli accordi finora negoziati prevedevano di ridurre la presenza militare statunitense in Afghanistan, con il rimpatrio di circa 5.400 soldati sui 14mila ancora presenti nel paese. I talebani, invece, avrebbero acconsentito a rinunciare a qualsiasi rapporto con al Qaeda e a impedire ai terroristi islamici di usare l’Afghanistan come un rifugio sicuro.