Standard&Poor’s non cambia il proprio giudizio sull’Italia: rating BBB (dunque due gradini sopra il livello «spazzatura») e outlook negativo. Ma promuove l’iniziale azione del governo: «Il nuovo Governo – si legge nel comunicato – ha fatto progressi su vari fronti. Ha mandato alla Commissione europea una proposta di legge di Bilancio sostanzialmente in linea con le regole del Patto di Stabilità. Consideriamo gli obiettivi di Bilancio per il 2020 credibili».
L’agenzia di rating stima che il deficit si attesterà al 2% del Pil nel 2019 e al 2,2% nel 2020, come concordato con l’Unione europea. Ma «le sfide per l’Italia restano grandi», dice l’agenzia. Per Roma la sfida, osserva Standard&Poor’s, è come aumentare l’occupazione e la crescita a fronte dei vincoli di bilancio e politici di vecchia data. Una crescita che resta al palo. Il Pil è atteso crescere quest’anno dello 0,1% e il prossimo dello 0,4%, rendendo l’Italia «il terzo Paese con crescita più bassa» fra quelli seguiti da Standard & Poor’s «dopo Turchia e Argentina».
LEGGI ANCHE: Cosa sono le agenzie di rating
Alla base della debole perfomance ci sono numerose ragioni, dalle rigidità del mercato del lavoro al peso delle tasse sull’economia formale, dall’invecchiamento della popolazione alle banche. Le stime di crescita di Standard & Poor’s incorporano il reddito di cittadinanza che contribuirà per 0,2 punti percentuali al Pil quest’anno e il prossimo, mentre gli investimenti pubblici contribuiranno per altri 0,1 punti percentuali al Pil durante il 2019.