La conquista di Roma, passando per l’Emilia Romagna, non è riuscita a Matteo Salvini. Il candidato governatore del centrosinistra Stefano Bonaccini è stato riconfermato presidente. Netto il vantaggio sulla candidata leghista: Stefano Bonaccini è al 51,4%, Lucia Borgonzoni al 43,7%. Nessuna vittoria storica della Lega nella regione ‘rossa’, dove il Pd è tornato ad essere il primo partito dopo il sorpasso subito alle scorse elezioni europee, anche grazie all’aiuto delle sardine che hanno risvegliato le piazze. Si vede dal raddoppio dell’affluenza in Emilia-Romagna: c’è stata una chiamata a tutto il popolo sparso di centrosinistra o che voleva opporsi Salvini. L’hanno fatto in modo spontaneo, talvolta un po’ scomposto andando a inseguire Salvini, ma alla fine ha funzionato.
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La vittoria di Bonaccini è arrivata dopo settimane di testa a testa nei sondaggi, grazie anche a un’affluenza record del 67% per cento: quasi il doppio rispetto alla precedente tornata. Il leader della Lega e della coalizione di centrodestra, Matteo Salvini, aveva spiegato di voler trionfare in Emilia-Romagna per dare «un avviso di sfratto» al governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto da Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Quella «spallata» contro il governo nazionale è stata respinta: il candidato del Pd, Stefano Bonaccini, è riuscito a «fermare l’onda salviniana».
«Quella in Emilia-Romagna è stata una cavalcata eccezionale, emozionante e commovente, sono orgoglioso di aver incontrato le persone uscendo dai social», ha detto Salvini. Eppure, la sconfitta pesa. Difficile avere dubbi se si sono passati gli ultimi venti giorni su e giù per l’Emilia Romagna per quella che ha sempre considerato la madre di tutte le battaglie, Salvini non si è risparmiato: oltre 150 comizi, battendo la regione palmo a palmo. Cosa ha sbagliato Salvini? Che cosa è successo? Il «primo problema» secondo Salvini è stato il tracollo dei Cinque stelle. Lui prova a metterla in positivo, dal suo punto di vista: «Un dato salta all’occhio, il Movimento 5 stelle sostanzialmente scompare dall’Emilia-Romagna e quasi anche dalla Calabria. Due delle regioni in cui il movimento è nato».
Secondo il candidato del centrosinistra Bonaccini chi è causa del suo mal pianga se stesso. «Agli emiliano-romagnoli non è piaciuto chi è andato a suonare ai citofoni della Lega», ha detto Bonaccini. E aggiunge: «La scelta di usare l’Emilia-Romagna per altri fini gli emiliano-romagnoli non l’hanno capita. Hanno deciso di mettere la campagna su un altro terreno e noi abbiamo vinto anche su quel terreno» sottolineando che «Lucia Borgonzoni è stata un po’ oscurata».
Per i dem si tratta di una sorta di rinascita, un risveglio dopo le sconfitte (anche pesanti, come in Umbria) subite alle scorse tornate elettorali. In Emilia-Romagna il Pd è primo partito, anche se di poco, al 34,6% davanti alla Lega al 31,9%. Anche in Calabria, nonostante la vittoria del centrodestra con la candidata di Forza Italia, il Pd con un debole 15,7% è comunque primo partito. Senza contare i luoghi simbolo: a Bibbiano, dove il sindaco Pd è indagato nell’ambito dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti, Bonaccini vince e i dem superano il 40%. Sono segnali, che arrivano dalle regionali, e dai quali potrebbe partire il progetto di “rifondazione” del partito voluta da Nicola Zingaretti.