È caos all’interno delle sardine: la mossa alquanto azzardata e parecchio discussa dei quattro leader del movimento di farsi fotografare insieme all’industriale Benetton ha scatenato più di un malumore. Dall’attivista Jasmine Cristallo, che dopo aver espresso il proprio dissenso è però compostamente ritornata nei ranghi, al caposardina di Roma Stephen Ogongo, che aveva provato un tentativo di scissione poi rilevatosi una autoespulsione dal movimento.
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Ogongo, in un post su Facebook, ha preso drasticamente le distanze dall’avvicinamento di Santori e degli altri fondatori delle Sardine alla famiglia Benetton, maggior azionista di Atlantia e di Autostrade per l’Italia, tuttora compromessa con il tragico crollo del Ponte Morandi: «Chi lotta per la giustizia sociale e per un nuovo modo di fare politica non può dimenticare il grido di dolore delle famiglie delle vittime di Genova. Per chi ha creduto nei valori espressi nelle piazze delle Sardine è stata una delusione enorme che ha minato gravemente l’integrità e la credibilità del movimento. L’incontro che i fondatori delle Sardine hanno avuto con Luciano Benetton è stato sbagliato, inopportuno. Un errore politico ingiustificabile, ma solo l’ultimo degli errori che Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa hanno commesso nelle ultime settimane».
Sempre Ogongo dice ancora di ritenere «giunto il momento di ritornare alle origini del movimento delle Sardine, che era ed è un fenomeno spontaneo, aperto a tutti quelli che vogliono auto organizzarsi senza controlli e regole imposte dall’alto» e annuncia quindi che «le Sardine di Roma tornano in mare aperto: la nostra forza sarà la comunità, l’essere in tanti e il saper stare insieme». E ancora: «Da questo momento non faremo più riferimento ai 4 fondatori di Bologna né alla struttura che stanno creando.
Ogongo annuncia la scissione, ma la maggior parte delle sardine romane non è d’accordo: «Ha agito in solitaria ed esprime unicamente il suo pensiero». Lo hanno rivelato stamattina proprio le sardine romane tramite un post comparso sulla bacheca della coordinatrice capitolina Barbara Linardi: «Un gruppo di 145.000 membri in mano all’uomo solo al comando è inaccettabile. Cosa ne farà?». La presa di posizione di Ogongo è arrivata «a insaputa di tutte le persone che hanno organizzato la manifestazione del 14 dicembre, dopo giorni di silenzi, di mancate risposte alle mille telefonate fatte e messaggi inviati e dopo aver passato la mattina a rimuovere i moderatori del gruppo Facebook ‘Sardine di Roma’, di cui era volutamente unico amministratore» Dunque, concludono, «non si può combattere contro i pieni poteri di un solo uomo al comando quando in realtà è ciò che si vuole» e ammettono di essere «sconcertati, ma uniti più che mai. L’attacco ai ragazzi di Bologna per la foto – proseguono – è una strumentalizzazione per scopi personali».