La seconda ondata di coronavirus è arrivata. Quasi 10 milioni di persone tornano in lockdown in Gran Bretagna: i provvedimenti locali, che interessano soprattutto le regioni del Nordest dell’Inghilterra e le aree metropolitane di Manchester e Birmingham, sono la risposta a un’impennata dei contagi che ha visto ieri registrare oltre 4 mila nuovi casi a livello nazionale.
I nuovi provvedimenti impongono la chiusura di pub e ristoranti alle dieci di sera e il divieto di socializzare con persone al di fuori del nucleo familiare, oltre alla raccomandazione di usare i mezzi pubblici solo quando strettamente necessario. E il timore ora è che queste misure potrebbero essere estese al resto del Paese, a partire da Londra, dove i casi di coronavirus sono raddoppiati nelle ultime due settimane. Già lunedì scorso era scattata in tutto il Paese la «regola del sei», che vieta di riunirsi, anche in casa e con parenti, in gruppi di più di sei persone. Se nono si riesce ad appiattire la curva dei contagi filtra la notizia che il governo di Boris Johnson è pronto a far scattare un nuovo lockdown su base nazionale, inclusa la raccomandazione a lavorare sempre da casa.
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L’Organizzazione mondiale della sanità avverte che in Europa, dove i governi cercano di barcamenarsi tre la necessità di contenere i nuovi casi e l’esigenza di non imporre alla popolazioni restrizioni eccessive, il livello di trasmissione è «preoccupante» e i numeri dei contagi registrati nelle ultime settimane devono servire da «sveglia». Quella che si sta verificando in Europa, ha detto il capo regionale dell’Agenzia dell’Onu Hans Kluge, «è una situazione molto grave». Oltre la metà dei Paesi europei «hanno registrato aumenti di oltre il 10% nelle ultime due settimane e in sette Paesi l’incremento è stato pari a più del doppio». I casi settimanali di coronavirus, questo è il dato più inquietante, «hanno superato quelli segnalati quando la pandemia ha colpito per la prima volta a marzo».
Anche in Germania, Paese modello nella gestione del contagio, il virus sta rialzando la testa: ieri i nuovi casi hanno superato quota duemila, una soglia che non si vedeva da tempo. E in Francia i ricoveri in terapia intensiva stanno crescendo a livello preoccupante. Il ministro della Sanità, Olivier Véran, ha ammesso che l’epidemia «è ancora molto attiva» invitando i francesi al senso di responsabilità e al rispetto delle misure di sicurezza. In Spagna
Secondo l’ultimo rapporto delle autorità regionali, la pressione sul sistema sanitario è in aumento con 2.850 persone ricoverate, di cui 392 in terapia intensiva. Oltre il 20% dei letti d’ospedale è occupato da pazienti Covid-19.