Uno dei quesiti irrisolti che riguardano lo sviluppo del vaccino contro il Covid-19 e in generale la lotta alla pandemia è sapere quanto può durare l’immunità da coronavirus. La risposta arriva da un approfondito studio, ancora in attesa di revisione: otto mesi dopo l’infezione, la maggior parte delle persone guarite dal virus conserva una quantità tale di cellule immunitarie da prevenire il ritorno della malattia. Un simile tasso di declino a breve termine starebbe a significare che le cellule immunitarie sarebbero in grado di persistere nell’organismo dei pazienti per un periodo molto lungo.
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L’analisi in questione è stata condotta su 185 persone di età compresa tra 19 e 81 anni, tutte guarite dal coronavirus. Nei loro campioni di sangue sono state individuate quattro componenti del sistema immunitario: linfociti B, anticorpi e due tipi di linfociti T. Gli anticorpi e linfociti T, con il passare del tempo, sono diminuiti lievemente; i linfociti B sono invece cresciuti di numero. A detta degli scienziati, una memoria immunitaria così lunga consentirebbe a un discreto numero di persone di evitare forme gravi della malattia per molti anni.
Solo una piccola parte dei malati non sviluppa immunità a lungo termine, ma questo, secondo gli scienziati, potrebbe dipendere dalla quantità di virus a cui sono stati esposti. Questo tipo di variabilità sarebbe comunque normalizzato dalla somministrazione di un futuro vaccino. Questo spiegherebbe anche i casi di persone ammalatesi più di una volta riportati negli ultimi mesi.
Sempre secondo gli autori dell’articolo, le loro osservazioni non sono in contraddizione con altri studi che mostrano gli anticorpi contro il Covid sparire dopo pochi mesi: gli anticorpi sono solo una delle armi del sistema immunitario. Gli anticorpi prevengono nuove infezioni, ma ci sono altre cellule del sistema immunitario che “ricordano” il virus e prevengono lo sviluppo di sintomi gravi. La ricerca, tra l’altro, coincide con un’altra recente scoperta: i sopravvissuti alla Sars, sindrome parente del Sars-Cov-2, hanno ancora importanti cellule immunitarie a distanza di ben 17 anni dalla loro guarigione.