TikTok non ha ancora applicato il provvedimento del Garante per la privacy, che se accolto avrebbe impedito agli utenti con un’età non verificata di postare nuovi contenuti. L’app risulta regolarmente disponibile a tutti gli utenti italiani. La decisione era arrivata dopo la morte di una bambina di 10 anni che i giornali e la procura di Palermo hanno legato all’utilizzo di TikTok, per ora senza conferme ufficiali.
«Il provvedimento vieta a Tik Tok di trattare dati personali di utenti dei quali non è in grado di verificare l’età perché in assenza di verifica non può escludere – ed appare anzi altamente probabile – che anche minori di tredici anni utilizzino il servizio che essa stessa dichiara destinato esclusivamente a un pubblico di ultra-tredicenni» spiega un componente del Collegio del Garante Guido Scorza in una intervista ala Stampa.
«Abbiamo avviato il nostro procedimento nei confronti di Tik Tok, contestando tra l’altro proprio una certa almeno apparente leggerezza nella verifica dell’età degli utenti e, conseguentemente, una serie di dubbi sulla legittimità del trattamento dei dati personali dei minori oltre un mese fa. L’attenzione al problema è nata, quindi, in tempi non sospetti e su base esclusivamente razionale e giuridica. Venerdì, poi, davanti alla vicenda di Palermo, almeno per come raccontata dai media e sulla base delle prime informazioni acquisite, abbiamo ritenuto che i rischi da noi già paventati un mese prima stessero prendendo forma nella maniera più drammatica possibile e ci siamo risolti a adottare un ordine cautelare, urgente e temporaneo che non pregiudica la decisione finale ma che al tempo stesso, se adempiuto, potrebbe scongiurare il rischio del verificarsi di altri episodi come quello accaduto a Palermo o, probabilmente, accaduto a Palermo».
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Già a dicembre, dunque, il Garante per la privacy aveva contestato a TikTok una serie di violazioni come scarsa attenzione alla tutela dei minori; facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni; poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti; uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy. Ma già da qualche tempo la società cinese aveva operato alcune modifiche come quella di rendere privati di default tutti gli account intestati a utenti di età compresa tra i 13 e i 15 anni. Le novità rientravano in un più ampio pacchetto di misure messe in atto per promuovere maggiori standard in materia di privacy e sicurezza degli utenti. Novità che evidentemente non sono bastate all’autorità Garante che ha dunque vietato a Tik Tok l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti «per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico».
Occorrerà capire meglio cosa si intende «con assoluta certezza», visto che nessun social finora certifica «con assoluta certezza» l’età. Esistono delle tecnologie come quelle usate da YouTube per capire l’età sulla base dei dati ma TikTok non sembra possederle ad oggi. Quindi a questo punto il social della cinese ByteDance potrebbe decidere di sospendere l’attività finché non si dota di questi strumenti, oppure subire la sanzione del Garante o l’eventuale decisione di oscurare gli account “non certificati”. Ad ogni modo il divieto durerà per il momento fino al 15 febbraio, data entro la quale il Garante si è riservato ulteriori valutazioni.
Il provvedimento di blocco verrà portato all’attenzione dell’Autorità irlandese, considerato che recentemente TikTok ha comunicato di avere fissato il proprio stabilimento principale in Irlanda. Il Garante italiano si aspetta che TikTok apra un dialogo e cerchi di mediare. In base a come lo farà, e con quale concretezza, capiremo se siamo al cospetto di una svolta storica nella storia dei social network o di una decisione pressoché ininfluente.