Il premier dimissionario punta al reincarico, un Conte ter con la stessa maggioranza attuale con Pd, M5s e Leu cui si dovrebbe aggiungere, al posto di Italia Viva, un gruppo di responsabili ed europeisti che possano puntellare la sua maggioranza, per un progetto che possa arrivare alla fine della legislatura. Ma sa benissimo di avere solo 48-72 ore per portare avanti l’impresa: deve trovare quei 14 senatori che gli consentano di formare un nuovo governo, il terzo in tre anni.
LEGGI ANCHE: Conte si è dimesso, iniziano le consultazioni
Se fallisse invece si schiuderebbero altri scenari: in pole position per guidare un nuovo governo, con i voti necessari di Italia viva, ci sarebbero nel Pd sia Dario Franceschini che Lorenzo Guerini ovvero i due esponenti dem che controllano i primi due gruppi numericamente più consistenti del partito in Parlamento. Una terza ipotesi vedrebbe un esponente del Movimento 5 stelle: tra i nomi circolati nelle ultime ore c’è quello del presidente della Camera, Roberto Fico. Ovviamente tutto dipenderà da quello che emergerà durante le consultazioni e dalle valutazioni del capo dello Stato.
Se M5s e Pd non riuscissero a trovare la quadra, ecco che torna in auge l’ipotesi governo tecnico, ribattezzato «governo di salvezza nazionale». Il più accreditato nel toto-premier è Mario Draghi. Negli ultimi giorni è venuto fuori il nome sia si Marta Cartabia, ex presidente della Corte costituzionale, sia di Elisabetta Belloni, attuale segretario generale della Farnesina.