La Campania in zona rossa. Veneto e Friuli Venezia Giulia in arancione. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, ha firmato le nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 8 marzo. L’Italia dunque si colora ulteriormente di arancione e rosso a causa della crescita dei contagi. I numeri che sono in generale peggioramento: il nuovo bollettino registra oltre 24 mila casi e 297 morti. Per la prima volta da 7 settimane l’indice Rt nazionale ha superato quota 1, passando da 0,99 di una settimana fa a 1,06.
La Lombardia evita la zona rossa e resta in zona arancione scuro fino al 14 marzo (tutti gli istituti scolastici, eccetto i nidi, sono chiusi). Anche il Piemonte passa in zona arancione scuro, come da decisione del presidente della giunta regionale Alberto Cirio. L’Emilia-Romagna resta in arancione. La decisione sarebbe dovuta anche alle differenze che ci sono fra i vari territori della provincia: per Bologna e Modena, le due zone maggiormente sotto pressione, è già infatti stata istituita la zona rossa, mentre Rimini, Ravenna, Cesena e Reggio Emilia sono in zona arancione scuro. Restano in giallo il Lazio, la Liguria, la Calabria, la Puglia e la Sicilia. Così come rimane in fascia bianca la Sardegna, unica regione con meno di 50 nuovi positivi settimanali ogni 100mila abitanti.
Le regole per le aree di rischio sono rimaste pressoché invariate dopo l’introduzione del nuovo decreto del presidente del Consiglio, firmato da Mario Draghi il 2 marzo e in vigore da oggi e fino al 6 aprile. È confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina e l’obbligo di usare la mascherina anche all’aperto. Resta il divieto di spostamento tra le regioni, indipendentemente dal colore assegnato, almeno fino al 27 marzo. Sono come sempre consentiti gli spostamenti tra regioni per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità. In area arancione, come prima, è possibile fare visita a una sola casa (di chiunque, amici o parenti), una volta al giorno, dalle 5 alle 22, all’interno dello stesso comune, mentre in area gialla all’interno della regione. Nelle regioni in zona rossa, o in zona gialla e arancionein cui siano stati rilevati oltre 250 casi settimanali di contagi da coronavirus ogni 100mila abitanti, il decreto permette ai presidenti di regione di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado e di introdurre forme didattica a distanza.