Trentotto medaglie. L’Italia a Tokyo 2020 batte lo storico record (36 medaglie) che resisteva da Los Angeles 1932 ed era stato uguagliato nel 1960 a Roma. Dopo l’oro di Antonella Palmisano nella marcia e quello di Luigi Busà nel karate, arriva anche quello nella 4×100. Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu, Filippo Tortu chiudono la gara davanti alla Gran Bretagna e portano il totale delle medaglie a quota 38. Nella classifica generale di Tokyo 2020, l’Italia è temporaneamente ottava, con 10 ori, 10 argenti e 18 bronzi.
Dall’argento di Luigi Samele nella sciabola, gli azzurri non hanno mai lasciato trascorrere un solo giorno senza un podio, e anche questo è un primato nella storia azzurra. Un risultato sorprendente, difficile da prevedere, trascinato soprattutto dai trionfi dell’atletica, che ha vinto 5 degli 8 ori complessivi.
E quindi, nel giorno del trionfo di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia a Sapporo, e quello di Luigi Busà nel karate, l’Italia si prende un altro, inimmaginabile, oro: è la staffetta veloce che stampando sul cronometro il nuovo record nazionale (37”50) della 4×100 agguanta sul traguardo l’oro di squadra che arrotonda ulteriormente la dimensione dell’Italia tra le grandi potenze mondiali.
6 AGOSTO 2021: L’ITALIA VINCE LA STAFFETTA 4X100 🇮🇹🥇
Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu: siete gli uomini della LEGGENDA 🥇🥇🥇🥇🥇#HomeOfTheOlympics | #Tokyo2020 | #ItaliaTeam | #Athletics pic.twitter.com/r7hTMzYrT1
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) August 6, 2021
«Ci siamo guardati negli occhi prima della gara per decidere come salutare tutti», ha detto Marcell Jacobs a ridosso dell’incredibile vittoria azzurra nella 4×100 a Radio Sport, «ed è arrivato l’oro. Questo risultato», ha proseguito il campione olimpico della distanza che sottolinea come il risultato sia il frutto di «un lavoro di squadra». È lo stesso Filippo Tortu, protagonista al fotofinish del successo azzurro, a sottolineare quanto sia stato importante crederci ed essere supportati. A sottolineare l’unità di intenti del quartetto olimpico ci sono anche le dichiarazioni dei rivali in pista degli azzurri, come il canadese De Grasse, che ha ribadito come dietro alla vittoria italiana ci sia «una grande chimica». Dopo la gara, in particolare, gli azzurri hanno ricevuto anche l’omaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che li ha invitati al Quirinale al ritorno in Italia.
Gli Azzurri a Tokyo 2020 battono così il record delle 36 medaglie delle Olimpiadi di Los Angeles 1932 e quello dei Giochi di Roma 1960. Ma nel 1960 non solo il mondo era diverso e soprattutto l’Olimpiade era diversa. A Roma c’erano ottantatré nazioni, a Tokyo ce ne sono 206 più il team dei rifugiati. Tra l’Olimpico, il Palaeur e la Basilica di Massenzio mancava un paese di un certo spessore come la Cina, che apparve solo ventiquattro anni dopo a Los Angeles ’84, e oggi tiene testa agli Stati Uniti nella caccia al podio mentre si prepara a organizzare una seconda Olimpiade a Pechino. Dettava legge l’Unione Sovietica, prima di frammentarsi in 15 nazionali zeppe di campioni. Prima di queste giornate che, almeno nello sport, ci stanno riportando al centro di un’Olimpiade storica, la più difficile di sempre, che sarà ricordata anche come una sfida alla pandemia. Un segno di rinascita, un rialzare la testa che si spera avvenga anche in altri settori del Paese.