Nel gioco del Colle spunta la carta Amato. Quasi ogni giorno si aggiungono nuove ipotesi e congetture sul successore di Sergio Mattarella, e circolano da tempo diversi nomi: da Silvio Berlusconi – la cui candidatura è probabilmente più simbolica che concreta – all’ultimo, Giuliano Amato. «Presidente mi chiamano tutti – ironizzò una volta Amato – ma si riferiscono al Circolo del Tennis». È sempre stato candidato alle cariche importanti. All’epoca era in lizza per diventare premier, poi Giorgio Napolitano preferì Enrico Letta. Due anni dopo il suo nome circolava come candidato a Capo dello Stato, ma le cose andarono diversamente: fu eletto Sergio Mattarella.
E se fosse la volta buona? Potrebbe, visto che Mario Draghi è tentato dal Colle ma pochi vogliono spostarlo da Palazzo Chigi, Sergio Mattarella rifiuta l’ipotesi del bis, Silvio Berlusconi è sponsorizzato ufficialmente dal centrodestra ma è uno spauracchio per gli altri e Pierferdinando Casini attende che si consolidi un polo di Centro. E in tutto questo bailamme il nome di Giuliano Amato, ex premier di radice craxiana e ora giudice costituzionale, si fa sempre più insistente nei corridoi della politica.
Un retroscena de La Stampa sostiene che di lui abbiano parlato anche Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti davanti ad una pizza in un ristorante di Roma. Amato consentirebbe alla legislatura di durare – come desidera il grillino – e al centrodestra di non restare alla finestra, come vuole il leghista. Del resto, il patto del Nazareno Renzi e Berlusconi lo strinsero proprio sul nome di Amato. Se quel fiore non sbocciò, fu solo perché l’attuale leader di Italia Viva virò improvvisamente su Mattarella. Oggi Amato ha 83 anni, ma l’età non è mai stata un ostacolo insormontabile per un’istituzione come il Quirinale.
Due volte Presidente del Consiglio, ministro della Repubblica in tre diversi governi, giudice della Corte Costituzionale e docente universitario. A lungo socialista e ‘braccio destro’ di Bettino Craxi, sopravvissuto senza conseguenze giudiziarie alla bufera di Tangentopoli, approdato ufficialmente all’esperienza del Partito Democratico. Soprannominato da Eugenio Scalfari ‘dottor Sottile’ per la sua intelligenza politica e per la gracilità dal punto di vista fisico, Amato nasce a Torino nel 1938, ma i suoi studi si sviluppano tra Pisa e New York, dove consegue il master in diritto comparato alla Columbia University nel 1962.
Dal 1964 è professore di diritto costituzionale: ha insegnato nelle Università di Modena, Perugia, Firenze e dal 1975 al 1997 è stato docente di diritto Costituzionale Italiano e Comparato nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma. Accanto alla carriera accademica, c’è quella politica. Nelle file del Psi dal 1958 l’impegno concreto arriva negli anni Settanta con la svolta riformista del partito. Amato è deputato socialista dal 1983, vicepresidente del consiglio (1987-88), ministro del Tesoro (1987-89), vicesegretario del Psi (1989-92). Presidente del Consiglio dal giugno 1992 all’aprile 1993, avvia una politica di ristrutturazione dell’intervento pubblico in campo economico e di riduzione del deficit di bilancio dello Stato, promuovendo inoltre un accordo tra il governo e le parti sociali per la riduzione del costo del lavoro e il controllo dei prezzi.
Membro del Parlamento per 18 anni, prima da socialista e poi nell’Ulivo, presidente dell’Antitrust e ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica nei governi D’Alema. Dopo le dimissioni di quest’ultimo diventa presidente del Consiglio alla guida di un nuovo esecutivo di centrosinistra fino al giugno 2001.
Nel 2004 è stato componente della World Commission on the Social Dimension of Globalization, istituita dall’ILO per le Nazioni Unite e nel 2005 ha presieduto la Commissione Internazionale sui Balcani, costituita dalla Bosch Stiftung, dal German Marshal Fund, dalla King Baudouin Foundation e dalla C.S. Mott Foundation. Nel 2002 è stato eletto Honorary Fellow della American Academy of Arts and Sciences. È presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, della Scuola Superiore S.Anna di Pisa e del Centro Studi Americani di Roma. Presiede inoltre l’International Advisory Board della Fondazione ItalianiEuropei e il Comitato Scientifico di Astrid e fa parte dell’Advisory Board del Center for European Reform di Londra.