L’appello è alla partecipazione di tutti. Matteo Salvini annuncia un tavolo di confronto per il Quirinale «con tutti i segretari dei partiti, dal più piccolo al più grande». Ma mette in chiaro che la Lega «ha l’onore di guidare un centrodestra che per la prima volta ha le carte giuste per essere protagonista della scelta del presidente della Repubblica». Un presidente «che finalmente non abbia la tessera del Pd in tasca». Non un uomo di centrodestra, precisa, ma «un presidente scelto in condivisione». Ma, comunque sia, nel confronto «da noi si passa».
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«Sediamoci intorno a un tavolo e parliamone — dice Salvini — e se qualcuno ha la spocchia di dire “eh però non può essere di centrodestra, sovranista, populista” a questo qualcuno dico: il presidente della Repubblica è di tutti, non c’è un articolo 1-bis della Costituzione che dice che il Pd ha diritto imperituro di scelta del presidente della Repubblica. Stavolta i numeri sono in mano nostra se non facciamo degli errori».
Un riconoscimento, quello del peso specifico della coalizione di centrodestra, arrivato oggi anche da Matteo Renzi, che sette anni fa, da segretario del Pd, fu lo stratega che portò Sergio Mattarella al Colle: «Il centrodestra ha dei numeri in maggioranza: da Fratelli d’Italia a Forza Italia il 45% dei grandi elettori. Il ruolo di kingmaker tocca a loro». Alla sua ‘prima’ alla festa di Fratelli d’Italia, a Roma, Renzi non si sottrae al pronostico: «Stavolta o la destra si incarica di fare una proposta complessiva o, se non lo fa, dal 20 gennaio in poi si deve cercare le ragioni migliori per cercare tutti insieme un arbitro».
Da mesi accusati dagli altri partiti di tentare prove di ‘inciucio’ in vista della partita sul Quirinale, Matteo Renzi e Matteo Salvini sembrano farsi ‘sponda’ a distanza quando si cominciano a delinear le prime vere mosse tattiche della partita più importante delle prossime settimane, l’elezione del successore di Sergio Mattarella.