Quarta votazione: quarta fumata nera. Da oggi il quorum necessario per eleggere il presidente della Repubblica si è abbassato dai due terzi, 673 voti, alla maggioranza assoluta, 505 voti. In passato è stato spesso il momento decisivo, in cui dopo i primi giorni di trattativa si riusciva a eleggere il presidente: ma per questa volta si dovrà aspettare ulteriormente. Ancora nessun accordo tra i partiti. Anche se viene dato in ascesa il nome della direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (cioè i servizi segreti) Elisabetta Belloni.
Non è la prima volta che il suo nome viene fuori in occasione di importanti elezioni o rinnovi di alte cariche dello stato. Fonti del Pd fanno sapere che, fra le ipotesi in campo, «Belloni è una soluzione onorevole». Nome fatto dal centrodestra e sostenuto da Giorgia Meloni. «I nomi li faccio nelle sedi opportune, non in transatlantico», risponde invece il leader M5S Giuseppe Conte ai cronisti che gli chiedono dell’ipotesi di Elisabetta Belloni come candidata alla presidenza della Repubblica.
Elisabetta Belloni, 63 anni, romana, è stata nominata lo scorso anno da Mario Draghi Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. In precedenza ha lavorato al ministero degli Esteri per governi di centrodestra e centrosinistra. Ha collaborato con il sottosegretario Roberto Antonione nel governo Berlusconi II e poi fu capo di gabinetto di Paolo Gentiloni nel governo Renzi. Ma soprattutto, tra il 2016 e il 2021 è stata segretaria generale del ministero degli Esteri.
Belloni è la prima donna ad arrivare ai vertici dell’intelligence (dopo essere stata la prima donna a guidare l’Unità di crisi, la prima donna a dirigere la Cooperazione allo Sviluppo, la prima donna capo di Gabinetto di un ministro degli Esteri, la prima donna a dirigere tutta la macchina della Farnesina). Da ragazza fu la prima studente donna a essere ammessa, insieme a un’altra, all’Istituto Massimiliano Massimo dei Gesuiti, una scuola che fino a quel momento era stata esclusivamente maschile (la stessa frequentata da Mario Draghi). Nel 1982 si laureò in Scienze Politiche all’Università LUISS di Roma e tre anni dopo, a seguito di un concorso, fu nominata Volontario nella carriera diplomatica, cioè il primo grado della carriera diplomatica in Italia, ricoprendo vari incarichi nelle ambasciate italiane e estere, a Vienna e a Bratislava.
A pesare nella sua candidatura è la sua grande esperienza: per anni capo dell’unità di crisi della Farnesina, Belloni ha gestito i sequestri degli italiani in Iraq lavorando fianco a fianco con gli 007 e diventando punto di raccordo per l’azione del governo per la liberazione degli ostaggi, ma anche punto di riferimento per le famiglie. Da segretario del ministero degli Esteri si è occupata dell’organizzazione della Farnesina. In un’intervista del 2010 Belloni aveva parlato della propria carriera e del fatto di essere una donna: «Per l’assunzione di incarichi che comportano una forte responsabilità anche individuale, le donne sono particolarmente idonee. Perché le donne hanno quasi per natura una propensione alla decisione senza tentennamenti e all’assunzione di responsabilità anche quando ciò comporta dei rischi personali».