Dopo il naufragio della candidatura della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, si torna al punto di partenza. Con l’unica differenza che adesso si pensa ad una donna. Dopo un incontro tra il segretario della Lega Matteo Salvini, il segretario del Partito Democratico Enrico Letta e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, è emerso che i partiti stanno trattando infine sul serio per una candidata comune: Salvini e Conte hanno detto infatti che stanno cercando di mettersi d’accordo per «una presidente donna».
Al quinto scrutinio il centrodestra aveva votato Maria Elisabetta Alberti Casellati, la presidente del Senato, che però aveva ricevuto solo 382 voti: un pessimo risultato per il centrodestra, che sulla carta conta circa 450 grandi elettori. Alla sesta votazione, iniziata alle 17, il centrodestra si è astenuto e il centrosinistra ha dato indicazione di votare scheda bianca.
«Sto lavorando affinché si possa avere come presidente una donna presidente in gamba». Lo rivela Matteo Salvini incrociando i giornalisti fuori da Montecitorio. Salvini non fa nomi, ma il riferimento potrebbe essere a Elisabetta Belloni, oggi al vertice dei servizi segreti, il cui nome era stato già evocato nei giorni scorsi e che avrebbe anche il gradimento di Fratelli d’Italia. E che potrebbe trovare consensi anche nell’area giallo-rossa.
Il leader del M5s, Giuseppe Conte, a pochi minuti dall’annuncio di Salvini, parla davanti alle telecamere dell’eventualità di avere per la prima volta una donna al Quirinale. «Ho l’impressione che ci sia la sensibilità di Salvini, spero di tutto il Parlamento, per la possibilità di una presidente donna, il M5s lo ha sempre detto». Anche Conte non si sbilancia sui nomi ma parla di «almeno due, solide e super partes».
Il Pd fa filtrare i nomi femminili su cui si sarebbe discusso nel confronto fra Letta, Conte e Salvini. E si tratta di quelli di Elisabetta Belloni e di Marta Cartabia. La numero uno dei servizi segreti e la ministra della Giustizia si vanno così aggiungere, nella rosa dei «papabili», a quelli di Sergio Mattarella, Mario Draghi, Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini.
«Voteremmo Belloni con convinzione», scrive su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione, che con +Europa ha sin qui votato Marta Cartabia. L’eventualità di un campo più largo fa però considerare con favore anche l’altra proposta femminile di cui si ragiona. «Cartabia ha più’ esperienza come garante della Costituzione — scrive ancora Calenda — Belloni più esperienza nei rapporti internazionali. Entrambe sono fuoriclasse. E non possiamo perdere l’occasione. Una donna preparata al vertice delle istituzioni. Finalmente».
Voteremmo la #Belloni con convinzione. Cartabia ha più esperienza come garante della costituzione. Belloni più esperienza come rapporti internazionali. Entrambe sono fuoriclasse. E non possiamo perdere l’occasione. Una donna preparata al vertice delle istituzioni. Finalmente. https://t.co/AgZ42Flmyr
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 28, 2022
Matteo Renzi invece è contrario all’ipotesi di un passaggio diretto di Elisabetta Belloni dai Servizi segreti al Quirinale. «La stimo, ma il capo dell’intelligence in carica non può diventare presidente della Repubblica, se non lasciando tutti gli incarichi e candidandosi davanti a tutti i cittadini. Proporremo di non votarla».
Forza Italia stoppa sul nascere l’ipotesi Belloni. Anche Liberi e Uguali dice no alla responsabile dell’intelligence. «Con tutto il rispetto per la competenza e la capacità di Elisabetta Belloni — dicono fonti vicine al partito —, in un Paese democratico è assolutamente inopportuno che il capo dei servizi segreti diventi presidente della Repubblica. Allo stesso modo non è accettabile che la presidenza della Repubblica e la guida del governo siano affidate entrambe a personalità tecniche e non politiche».