– Ciao, tesoro.
– Helene, sei tu?
– Sì. Che fai impalato sulla porta? Avvicinati.
Helene giaceva sorridente nella sua gaia pinguedine sul divano come un’accattivante sirena e gli faceva gli occhi dolci. Adsum si avvicinò, l’abbracciò, le diede con ritrosia un bacio sulla guancia e si sedette accanto a lei.
– Sei cambiata!
– Ti ho deluso, vero?
– No… ma…
– Non mentire. Ti si legge in faccia la verità. Non si può mettere qualche chilo che correte da un’altra. Da domani mi iscrivo in palestra e con quattro salti ritorno la Helene di sempre e tu e quel farabutto del mio compagno striscerete di nuovo ai miei piedi.
– Helene, ma io…
Adsum si era cacciato in un mare di guai. Aveva bisogno di una scusa qualsiasi per darsela a gambe. Se Helene nel giro di sei o sette mesi fosse tornata in forma sarebbe ripassato a farle visita. Stava per congedarsi, ma lei gli si avvinghiò addosso.
– Adsum, amore mio!
– Helene, mi fai male.
– Sei ritornato e non ci lasceremo più.
Adsum per poco non soffocava per le carezze troppo audaci di Helene e dopo una serie di tentativi andati a male riuscì a liberarsi dalla sua stretta. Voleva salvare la pelle e doveva fare la voce grossa.
– Non posso trattenermi oltre. Il tuo modo di comportarti non è decoroso.
– Adsum, tesoro!… Ti prego, no!
– La nostra relazione è finita tanti anni fa e sono solo passato a salutare una vecchia amica.
– Sei tornato per farmi piangere?
– Sono sposato e i miei figli sono grandi. Che idea si farebbero di me se sapessero che vado in cerca di scappatelle?
– Sei crudele. Giuro che non ti abbraccio e bacio più. Mi comporterò come una sorella. Pensavo fossi venuto per fare l’amore.
– Devo andare da Nihil.
– Chi è Nihil? È un tuo nuovo amico?
Il pianto di Helene intenerì il cuore di Adsum, che ritornò a sedersi e le raccontò che Nihil era un collega d’ufficio, che gli era venuto in sogno e gli aveva parlato di cose terribili che dovevano accadere.
– Adsum, è un sogno! Non è che hai bevuto un bicchierino di troppo?
– No, è stato un sogno premonitore.
Helene sbottò in una fragorosa risata.
– Credi ancora ai sogni? Sei proprio un bambino.
– Devo andare da Nihil.
Adsum si era di nuovo alzato e stava per salutare Helene. Lei lo guardò con gli occhi pieni di dolcezza.
– Non vuoi che venga con te? Mi sento così sola.
Adsum non aveva più il cuore di negarle nulla. Era troppo vecchio per sopportare altre perdite.
– Va bene, vieni pure.
Il viso di Helene si illuminò di gioia. Abbracciò con calore Adsum, che capì subito di aver commesso un grande errore a passare da lei quella mattina.
– Mi cambio e usciamo.
– Fa’ presto.
Helene ritornò poco dopo in berretto, maglietta, pantaloncini corti e scarpe di ginnastica e con un sorriso luminoso stampato sulle labbra. Diede il braccio ad Adsum e a passo svelto si avviarono fino all’auto.
– Andiamo.
– Su corri. Abbiamo fatto tardi.
– Sei sempre così ansioso?
Adsum fece finta di non aver sentito. Guardava dritto avanti e si era fatto serio in viso. Temeva che fosse già troppo tardi: Nihil sicuramente era già andato al mare!
– Adsum, frena!
Il grido di Helene per poco non gli spaccò i timpani. Adsum diede un colpo sul pedale e la vettura si inchiodò dinanzi ai piedi di un passante, che stava in quell’istante attraversando la strada. Sorrise inebetito a Helene, che aveva il cuore in gola, e ripartì di furia come se nulla fosse accaduto.
– Che c’è tesoro? Sei palliduccia.
– Per poco non investivi un uomo.
– Non essere tesa: rilassati.
– Va’ più piano.
– Non posso. Dobbiamo arrivare a casa da Nihil prima che esca.
– Potresti telefonargli e dirgli di aspettarci.
– Non ho il numero.
Adsum imboccò Viale Spartaco Lavagnini. Correva come se avesse un fazzoletto rosso dinanzi agli occhi e non ascoltava nessuno. Percorse via del Sansovino e viale Talenti. Poi si perse in una serie di strade che non conosceva, finché per puro caso non sbucò in via dell’Argingrosso. Non sapeva come fare per raggiungere via Torcicoda. Intravide un’edicola, premette il piede sull’acceleratore, frenò e parcheggiò al centro della strada.
– Caro, sei in mezzo alla strada. E se passa un vigile?
– Un vigile? Sono tutti al mare.
Adsum scese di corsa dalla vettura e andò verso l’edicolante.
… Continua… Vi aspettiamo alla prossima puntata!