Se la parola “emergenza” sembrava essere solo un ricordo, in realtà il nuovo virus del vaiolo delle scimmie sta mutando gli scenari. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, l’ha definito «un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale», nonostante 6 su 9 dei componenti del Comitato avessero espresso il diniego a lanciare l’allarme. E come riporta il quotidiano La Verità alcuni hanno rivelato a Reuters, sotto anonimato, l’insolita forzatura imposta dal direttore dell’Oms: «In passato, Tedros ha sempre seguito le raccomandazioni della nostra commissione, la decisione è stata presa senza il parere favorevole della maggioranza».
Eppure con l’inattesa mossa di Ghebreyesus , il vaiolo delle scimmie si è aggiunto alle altre due malattie classificate, nella scala dei rischi dell’Oms, come «emergenze globali», la pandemia Covid (dichiarata tale il 30 gennaio 2020 con 170 morti e 1.370 casi gravi) e la poliomielite. Un invito a nozze per media e virologi: Matteo Bassetti segnala «1.700 casi in un solo giorno». «Siamo arrivati a 15mila casi di vaiolo delle scimmie in più di 70 Paesi nel mondo, che probabilmente rappresentano la punta dell’iceberg. È verosimile pensare che siano 5-6 volte di più: siamo vicini, quindi, ai 100 mila casi reali. L’Italia rimane fra i primi 10 Paesi, con circa 400 casi. Sono numeri impressionanti». A fare il punto è Andrea Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che sottolinea all’Adnkronos Salute: «Nessuno vuole fare allarmismo, ma occhio a sottovalutare problema. Sarebbe il caso di partire ora con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia».
Numeri riportati anche da altre testate italiane, come Il Corriere della Sera che riferisce «record di contagi» riportando la stessa fake news dei 1.700 casi al giorno e Sanità Informazione che rende noto che «un italiano su tre teme il vaiolo delle scimmie, cresce l’emergenza». Eppure gli ultimi dati Owid rivelano un incremento a livello mondiale di un contagiato in più in tutto il mondo dal 22 al 23 luglio (da 16.922 a 16.923), 15 contagi in più dal 23 al 24 luglio (da 16.923 a 16.938) e 218 contagi in più – in un mondo popolato da circa 8 miliardi di persone – dal 24 al 25 luglio (da 16.938 a 17.956).
Sembra di rivedere lo stesso film di inizio 2020, con i bollettini giornalieri concentrati più sui contagi che sulle morti. Sono 17.156 i casi segnalati e 5 i decessi in tutto il mondo. «Si tratta di un focolaio che si concentra tra gli uomini che fanno sesso con uomini, in particolare quelli con più partner sessuali», ha dichiarato Ghebreyesus, circoscrivendo la platea in cui il Monkeypox si diffonde. Perfino il nostro ministero della Salute l’ha qualificata come non preoccupante: secondo Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione, «in Italia finora sono stati registrati 407 casi (e nessun decesso) con tendenza alla stabilizzazione. La situazione è sotto costante monitoraggio ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi».
Ma nonostante le evidenze indicano il vaiolo delle scimmie una minaccia talmente poco temibile a poche ore dalla dichiarazione di “emergenza sanitaria globale”, che comporta il livello massimo di allerta dell’Oms, l’Europa si è mossa per cercare di far fronte al problema rintracciando nel farmaco Imvanex il vaccino da poter utilizzare per prevenire la malattia. L’Ema aveva dato il via libera all’utilizzo del vaccino che successivamente è stato ratificato anche dalla Commissione Europea. Già autorizzato dal 2013 nell’Ue contro il vaiolo umano, Imvanex è prodotto dal gruppo farmaceutico danese Bavarian Nordic che distribuirà le dosi del vaccino a tutti i Paesi Membri dell’Unione Europea e ad altri Stati come Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Il farmaco è commercializzato anche negli Stati Uniti, col nome di Jynneos, e dal 2019 è stato autorizzato dalla Fda contro il vaiolo delle scimmie.