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Ritardi Pnrr e gli altri lasciti di Draghi alla Meloni

Il nuovo governo dovrà farsi carico delle dilazioni nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nessuna misura per frenare l’aumento delle bollette e per mettere in sicurezza le forniture energetiche

Redazione di Redazione
Ottobre 11, 2022
in Politica
Tempo di lettura: 3 mins read
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Ritardi Pnrr e gli altri lasciti di Draghi al governo Meloni

Negli ultimi giorni il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi e la probabile premier del prossimo governo, Giorgia Meloni, hanno avuto una piccola polemica a distanza sull’avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cioè il programma del governo per spendere i fondi europei del cosiddetto Recovery Fund. La leader di Fratelli d’Italia aveva detto che «i ritardi del Pnrr sono evidenti e difficili da recuperare». La dichiarazione era poi filtrata su tutti i giornali. Poi in un discorso alla cabina di regia sul Pnrr Draghi aveva risposto indirettamente a Meloni, spiegando che «non ci sono ritardi nell’attuazione del Pnrr: se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi».

Tuttavia, quando dice che la situazione è preoccupante, Giorgia Meloni non sbaglia. Per capirlo è sufficiente dare un’occhiata alla Nadef, ossia alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza disposta dal ministro dell’Economia, Daniele Franco. Nel rapporto presentato alle Camere, il governo Draghi ha stimato che entro la fine di quest’anno l’Italia spenderà 20,5 miliardi di euro dei quasi 46 ricevuti dalla Ue per finanziare i progetti del Pnrr, vale a dire 13 miliardi in meno di quelli che lo stesso esecutivo ad aprile prevedeva di spendere e 21 miliardi di meno rispetto alla tabella di marcia. «Detta altrimenti – scrive Pagella politica» – dopo il secondo anno di vita del Pnrr, la spesa effettiva delle risorse ricevute si ferma sotto al 50 per cento rispetto alle previsioni iniziali».

Come del resto segnala anche la recentissima Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dal governo. L’erogazione dei fondi è legata a obiettivi intermedi (chiamati milestone) e finali (target). L’Italia ha raggiunto tutti e 51 gli obiettivi previsti per il 2021 e i 45 relativi ai primi sei mesi del 2022, ed è a buon punto per raggiungere i 55 previsti per il 2022. Secondo Draghi entro la fine di ottobre ne avrà realizzati 29. Molti di questi obiettivi però sono dei milestone, cioè obiettivi intermedi, ben più facili da raggiungere rispetto ai target. Per raggiungere alcuni milestone è sufficiente infatti che alcune procedure legislative o di finanziamento siano state semplicemente avviate, a prescindere da quanto siano davvero in linea con i programmi e le aspettative del governo. Se si guarda alla cosiddetta attuazione finanziaria, cioè alla effettiva realizzazione delle spese previste, in questi mesi il governo italiano ha molto ridotto le sue aspettative sul 2022 per via di lentezze e fatiche nella spesa concreta dei fondi.

Quello che Giorgia Meloni voleva dire che questa situazione non è certo colpa di chi non solo non si è ancora insediato e neppure ha ancora ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo. E quindi non si può addossare la responsabilità di una possibile contestazione da parte dell’Europa ad un esecutivo che ancora non c’è.

Ma a essere lasciati in eredità non sono solo i ritardi nell’applicazione del Pnrr, bensì anche le mancate decisioni per frenare l’aumento delle bollette e per mettere in sicurezza le forniture energetiche. Il governo ne parla da mesi, ma di concreto nulla è stato fatto. Il ministro Cingolani ha più volte assicurato che l’Italia non avrebbe avuto problemi e Draghi si è impegnato a convincere l’Ue a porre un tetto al prezzo del gas. Ma né il primo né il secondo hanno centrato l’obiettivo. Gli stoccaggi di metano, infatti, non ci consentono di guardare con serenità all’inverno e a dirlo è l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi. Quanto al price cap che avrebbe dovuto consentirci di riportare alla normalità le bollette, la trattativa in Ue è ancora in alto mare.

Tags: Crisi energeticaGasGiorgia MeloniGoverno DraghiMario DraghiPiano nazionale di ripresa e resilienzaPnrr
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