Superato il veto turco e ricevuta la ratifica ungherese, la Finlandia entra nella Nato. Per oltre settant’anni il Paese scandinavo aveva scelto di mantenere una posizione neutrale tra il blocco occidentale e quello dell’Unione Sovietica prima e della Russia poi (anche per questioni prettamente geografiche, dato che condivide un ampio confine con la Russia): il governo finlandese aveva cambiato idea lo scorso anno dopo che la Russia aveva invaso l’Ucraina.
A maggio del 2022 la Finlandia aveva formalmente chiesto l’ingresso nella Nato insieme alla Svezia. Perché un nuovo paese entri nell’alleanza è necessario, tra le altre cose, che i parlamenti di tutti i paesi membri votino a favore. Quello turco era l’ultimo parlamento a doversi ancora esprimere: per mesi la Turchia aveva esitato ad approvare l’ingresso della Finlandia, accusando il governo finlandese di sostenere e accogliere membri di alcune organizzazioni curde, in particolare del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK).
Gli ostacoli esistenti comunque non influiranno negativamente su un’adeguata risposta alla necessità di sicurezza che non può essere garantita, fino ad ora, mediante la clausola dell’autodifesa collettiva sancita dall’articolo 5 del Trattato di Washington. Il documento, siglato nella capitale americana il 4 aprile 1949, non viene applicato (almeno formalmente) neanche al governo di Kiev. Sarà convocata tuttavia, nelle prossime ore, una riunione della commissione NATO – Ucraina volta a includere, sempre di più, il governo di Volodymyr Zelensky, nei meccanismi dell’Alleanza.
La nuova «cortina di ferro» si allungherà in Finlandia di 1.340 km verso nord, tra laghi, foreste e pochi abitanti: un’area che finirà fortificata su entrambi i lati con mine, missili ed eventualmente ordigni nucleari. Una potenziale area di crisi in più. L’intero Baltico diventerà un bacino della Nato. Per la Russia gli unici sbocchi al mare sono la piccola exclave di Kaliningrad e la Neva a San Pietroburgo. Da lì le navi russe in uscita devono navigare nella strettoia controllata da Estonia e Finlandia, poi evitare la ben munita isola svedese di Gotland in mezzo al Baltico, e infine attraversare gli stretti del Kattegat sotto gli occhi di svedesi e danesi.
Militarmente, non si ravvisa alcun rafforzamento per il Paese scandinavo, viste le robuste difese già in dotazione e integrate con la Nato. Helsinki, in caso di emergenza, può schierare immediatamente un’armata di 280 mila unità, formata da reparti super addestrati, con dotazioni tecnologiche tra le più avanzate e, soprattutto, in grado di integrarsi con le formazioni degli altri Paesi Nato (la cosiddetta «interoperabilità»). Naturalmente non è un caso che gli Stati Uniti abbiano accolto con entusiasmo la decisione dei finlandesi. I nuovi arrivati non costituiranno un peso. Anzi apporteranno un contributo netto, in termini di risorse e mezzi militari. Inoltre la Finlandia è uno dei migliori clienti dell’industria bellica americana. Nel dicembre 2021, giusto per fare un esempio, ha ordinato 64 caccia F-35 alla multinazionale Lockheed Martin.
L’ulteriore rafforzamento della Nato non contribuisce certo a calmare gli aggressori dell’Ucraina né ad esperire nuove vie di disgelo con Mosca. «La Federazione russa rafforzerà il suo potenziale militare verso Ovest e Nordovest in risposta all’ingresso della Finlandia della Nato», ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. Già a gennaio, la Russia aveva organizzato la stesura di un nuovo piano militare per controbilanciare l’estensione dell’alleanza atlantica nel Nord Europa, con l’obiettivo di procedere alla costruzione di una nuova base militare in Carelia, regione che ottant’anni fa è stata al centro della guerra tra Helsinki e Mosca. Ma Stoltenberg non si è lasciato intimorire. Nell’ufficializzare l’ingresso della Finlandia, il segretario generale ha ribadito come non sia il Cremlino a decidere chi aderisce all’alleanza. «La porta della Nato rimane aperta – ha affermato Stoltenberg. Lo dimostreremo chiaramente, alzando la bandiera della Finlandia nella sede del quartier generale della Nato, e anche quella della Svezia speriamo nel prossimo futuro».