Un voto rinviato ancora per ragioni tecniche. Ma dietro l’ennesimo slittamento dell’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid-19 ci sarebbero, in realtà, scontri politici forti, non soltanto con l’opposizione. Come rivelato dal Fatto Quotidiano, motivo del contendere sarebbero i poteri della Commissione che, in quanto d’inchiesta, ha poteri equiparabili all’autorità giudiziaria.
A mettere un veto sul testo finale è stata la Lega: Matteo Salvini non vorrebbe, infatti, che la commissione indaghi sull’operato delle Regioni durante la fase più critica della pandemia, con particolare riferimento alla mancata istituzione delle zone rosse, così come preferirebbe evitare approfondimenti sull’acquisto dei vaccini e sulla loro efficacia. Sempre secondo il Fatto, mancherebbe inoltre l’accordo sulla presidenza: Italia Viva la vorrebbe per sé, Fratelli d’Italia non pare intenzionato a rinunciare.
Il via alla discussione era arrivato a marzo in Commissione Affari Sociali della Camera, con tre proposte di legge (due del centrodestra, una di Italia Viva). L’obiettivo, dopo le audizioni, era quello di approvare un testo unificato, con l’accordo trasversale di maggioranza e opposizione. Uno scenario che, stando alle indiscrezioni del Fatto Quotidiano, sarebbe però sempre più lontano.
«È una scelta dell’intera maggioranza di governo che io sostengo ed è giusto che si entri nel merito, ma senza fare processi postumi, perché in un momento di emergenza si prendono decisioni di emergenza», ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini all’Ansa. «Sto pagando io sulla mia pelle un processo che è evidentemente politico – ha proseguito – per quello che feci da ministro per difendere il mio Paese a proposito d”immigrazione. È il bello della politica che si prende delle responsabilità. Se, invece, qualcuno ha ‘mangiato’, lucrato, o truffato mentre la gente era chiusa in casa o moriva in ospedale – ha concluso – è un altro paio di maniche».
Al momento l’accordo sarebbe chiuso soltanto sulla composizione della Commissione (15 deputati e 15 senatori) e sulla decisione di indagare sulla mancata applicazione del piano pandemico, oltre che sull’acquisto di mascherine e ventilatori da parte del secondo governo Conte e sull’operato dell’ex commissario straordinario Domenico Arcuri. Su eventuali, altri poteri dell’organismo, però, lo scontro sarebbe molto acceso.
La Lega vuole evitare qualunque riferimento agli enti locali (Regioni e comuni) coinvolti nella gestione dell’emergenza Covid. In una prima versione del testo, infatti, la commissione d’inchiesta avrebbe potuto indagare non solo sulle misure adottate dal governo centrale ma anche sulle Regioni, nello specifico sulla decisione di non istituire in tempo la zona rossa in alcune aree della bergamasca particolarmente colpite dal Covid. Anche sull’acquisto dei vaccini mancherebbe l’intesa, con il Carroccio e Forza Italia preoccupati all’idea di finire sulla graticola per il loro supporto al governo Draghi.