Luigi Di Maio da Pomigliano d’Arco al Golfo Persico. Via libera finale alla proposta dell’Alto Rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell di scegliere Luigi Di Maio come inviato speciale dell’Ue nel Golfo. Come riferisce l’agenzia Ansa, la scelta è stata votata senza una discussione all’apertura del Consiglio Affari Sport che si sta svolgendo a Bruxelles. Era l’ultimo passaggio della procedura di nomina dell’ex ministro degli Esteri italiano dopo che Borrell l’aveva indicato lo scorso 21 aprile. Come nei passaggi precedenti (la riunione del Comitato Politico e di Sicurezza e quella dei rappresentanti Permanenti dei 27 in Ue) è arrivato senza scossoni, ovvero senza che i presenti interrompessero per chiedere un dibattito. La prima riunione ministeriale disponibile doveva sancire l’ultimo passaggio.
Di Maio entrerà in carica come Rappresentante Speciale dell’Ue nel Golfo il prossimo 1° giugno. L’ex bambino prodigio del Movimento 5 Stelle, divenuto parlamentare nel 2013 a soli 26 anni ed in quella stessa legislatura il più giovane ad aver mai ricoperto il ruolo di vicepresidente della Camera dei deputati. L’ex segretario di Impegno Civico, il partito nato già morto nell’agosto 2022, è riuscito a sopravvivere con destrezza all’oblio cui era destinato dopo che la sua parabola politica aveva iniziato a precipitare, in seguito alla rottura con Giuseppe Conte ed il tramonto del governo Draghi, che lo aveva visto confermato al Ministero degli esteri.
Di Maio avrà l’immunità e il passaporto diplomatico fino al 28 febbraio 2025, con uno stipendio di tredicimila euro al mese netti, oltre agli stipendi per i collaboratori ed il rimborso spese, che potrebbero diventare sedicimila in caso di trasferimento all’estero. Una posizione invidiabile, insomma, per uno che diceva che «le auto blu sono il male assoluto».
Molti si sono indignati per il cambio di casacca di Luigi Di Maio, nato incendiario contro la “casta” e morto pompiere, riciclato in un ruolo che più da burocrate non c’è. Le uniche voci contrastanti sono arrivate dalla Lega che a suo tempo aveva definito l’indicazione di Di Maio come «vergognosa» e non rappresentativa di un’Italia. Sul fatto che l’indicazione dell’ex pentastellato fosse stata fatta proprio dal Governo italiano, aveva preso le distanze il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che la proposta era venuta «da Draghi» e non dall’attuale governo.