Ha ascoltato le considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Poi ha presenziato al ricevimento organizzato al Quirinale in occasione della Festa della Repubblica. Dopo qualche mese di “ritiro” Mario Draghi si riprende la scena. E lo fa nella sua prima uscita pubblica a Cambridge per ricevere il Miriam Pozen Prize dal Golub Center for Finance and Policy del Massachusetts Institute of Technology. L’ex premier ha parlato di tutto: dell’economia e dell’inflazione galoppante, ma anche di geopolitica.
Un’occasione, secondo La Verità, anche per avanzare la propria candidatura al vertice della Banca Mondiale, ruolo che gli permetterebbe di chiudere la carriera nel migliore dei modi. Finito il tempo di riposo, ora l’ex premier vuole la poltrona più prestigiosa e per ottenerla si prepara ad un tour tra Usa ed Europa nel ruolo di conferenziere. Interessante è la prima tappa scelta per questo suo nuovo incarico, il suo tour – si legge su Milano Finanza – comincerà da Parigi il prossimo 22 giugno. Draghi sarà ospite di Amundi, il colosso francese del risparmio gestito controllato da Credit Agricole. La banca lo ha scelto come speaker d’eccezione alla sua convention dal titolo: “La scossa globale, dove cadranno i pezzi?”.
Una notizia, quella di Draghi in Francia, che ha sollevato diversi interrogativi da parte degli opinionisti politici: perché iniziare proprio dal Paese che più di tutti, di recente, è sembrato ai ferri corti con il governo Meloni? Certo, Draghi è stato colui che da presidente del Consiglio ha messo i sigilli al Trattato del Quirinale, di cui è stato grande sponsor. Ma al netto delle affinità diplomatiche e delle coincidenze temporali, dal punto di vista finanziario è degna di nota anche Amundi, il cui invito è stato raccolto dall’ex premier italiano.
La capogruppo di Amundi, Crédit Agricole, è anche il primo socio del Banco Bpm, azionista di Anima. E la stessa Amundi è “in coabitazione nel gruppo Crédit Agricole Italia” con la stessa Anima, il cui accordo scadrà nel 2027. Proprio da Draghi, in passato, era partito l’invito a separare l’attività di gestione del risparmio da quella creditizia. Curioso, sottolinea la Verità, che lo stesso Draghi corra ora da uno dei più grossi concorrenti sul risparmio gestito.