Mentre la stragrande maggioranza degli italiani è insoddisfatta dell’euro e sogna il ritorno alla vecchia Lira, l’avvento dell’euro digitale, utilizzabile in tutti i Paesi che adottano la moneta unica, viene spiegata dall’Unione europea come soluzione di pagamento alternativa. Già da tempo le banche centrali stanno guardando con attenzione alla diffusione, sempre maggiore, delle valute virtuali come possibile strumento di pagamento. Così, nel 2021, la Banca Centrale Europea ha avviato la fase istruttoria relativa all’introduzione di una moneta digitale destinata al mercato europeo. L’esecutivo comunitario, dunque, sta stilando la proposta legislativa che istituisca il quadro giuridico per l’euro digitale accanto al contante in euro. Dovrebbe trattarsi di una moneta che affiancherebbe il contante senza sostituirlo e che potrebbe essere utilizzata ovunque nella zona euro.
Per gli entusiasti delle valute digitali e della blockchain bisogna ricordare che a differenza delle criptovalute come il Bitcoin, l’Euro digitale è denaro elettronico il cui valore è però regolato da una banca centrale, la Bce. In altre parole non ci sarà quella disintermediazione “democratica” tipica delle criptovalute, ma tutto sarà assolutamente controllato centralmente. Se da un lato questo fatto renderà l’Euro digitale meno volatile delle criptovalute, dall’altro la Bce potrà attuare politiche di controllo della nostra ricchezza liquida in maniera pervasiva e rapida. «Ci sarà un portafoglio digitale sul telefono o su un altro dispositivo: sarà come avere monete e banconote in tasca. Si potrà pagare con la stessa facilità, senza nemmeno bisogno di una connessione internet», ha detto Valdis Dombrovskis, vice-presidente esecutivo della Commissione durante la conferenza stampa di presentazione del progetto.
L’idea di poter pagare digitalmente è già una realtà apprezzata dal 55% dei cittadini europei, che ogni giorno paga con la moneta elettronica (carte e bancomat) anche attraverso smartphone e altri dispositivi come gli orologi digitali. Rimane un 45% dei cittadini europei che preferisce il contante o non ha particolari preferenze.
Naturalmente, il commerciante sarà obbligato ad accettare tale forma di pagamento: sarà l’acquirente a scegliere come pagare. Pure la lotta all’evasione rientra nelle intenzioni dichiarate del progetto: ogni pagamento sarà tracciabile risulterebbe pressoché impossibile evadere le tasse per i negozianti obbligati ad accettare l’euro digitale. Se approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo, che potranno proporre emendamenti, sarà la Bce a decidere se e quando emettere l’euro digitale, probabilmente non prima del 2028, stando a quanto filtra da Bruxelles.
La proposta sull’Euro digitale ha già suscitato una serie di critiche per problemi di privacy e le banche commerciali sono preoccupate per potenziali corse agli sportelli. La banconota rimane indubbiamente l’unico strumento che garantisce il più alto grado di libertà. A questo proposito la Commissione ha dovuto rassicurare che ci saranno clausole di sicurezza per tutte le parti coinvolte. «I dati personali saranno completamente protetti. Le banche, inclusa la Bce, non potranno vedere né rintracciare i dettagli o i dati personali dei cittadini. I pagamenti offline offrirebbero un livello di privacy simile a quello dei contanti oggi», ha spiegato Dombrovskis.
Già si parla di tetti e massimali, come quello sulla possibilità di detenere euro digitali sul proprio dispositivo. Tre mila euro dovrebbe essere il massimo consentito, non di spesa, badate bene, ma che potremo portare con noi sul nostro telefonino. Certo difficilmente qualcuno gira con 10 mila euro di banconote in tasca, ma il fatto di poter controllare digitalmente l’importo consente anche di poterne abbassare i limiti un domani o precluderne l’utilizzo per il cittadino con un semplice click.