«Il Green pass è garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Era il 22 luglio 2021 quando Mario Draghi, allora nel pieno del suo potere, presentò in conferenza stampa per spiegare le norme contenute nell’ultimo decreto estivo: l’introduzione, a partire dal 6 agosto 2021, del Green pass praticamente ovunque. Cosa aveva di scientifico tale provvedimento? Praticamente nulla, come si evince dal sondaggio, realizzato nel marzo del 2021, da Ixè. Le quaranta pagine del relativo report, intitolate “Indagine nazionale sulla percezione della campagna vaccinale”, sono oggi, consultabili grazie all’accesso agli atti. E Mario Giordano lo ha fatto. In un articolo pubblicato su La Verità ha dimostrato come la certificazione verde è stata assolutamente inutile nel limitare i contagi, ma nel frattempo ha fatto a pezzi grandi fette di libertà.
Ebbene, emerge che addirittura già dal 2017 la stessa Organizzazione mondiale della sanità avesse disposto indicazioni alle autorità nazionali di ogni Paese su come affrontare «eventuali crisi di fiducia nei vaccini»; si suggeriscono, inoltre, periodiche indagini demoscopiche per conoscere le opinioni dei cittadini. Ma in Italia si è preferito fare altro, questo è il punto nodale affrontato da Giordano: si è preferito fomentare una guerra civile ideologica, sdoganando l’odioso termine No Vax. Dal report del sondaggio Ixè emerge che addirittura l’80% degli italiani guardasse, all’epoca, con favore alla campagna vaccinale: la reputava necessaria.
Perché, allora, accanirsi contro una relativamente risicata minoranza di individui? Perché le televisioni e i giornali hanno soffiato sul fuoco delle divisioni, dando voce a una compagnia di giro di esperti e virostar per dare la caccia ai “No Vax”, definiti come dei “sorci”? Si è preferito contraffare i dati da parte dell’Aifa, censurare le informazioni sugli effetti avversi da vaccino, punire i medici dissenzienti, schedare una intera popolazione, marginalizzando e stigmatizzando chi esercitava il proprio arbitrio sul proprio corpo utilizzando vaccino e Green pass come forma di controllo sociale di stampo autoritario.
Questa è stata la gestione del Covid da parte di Conte e Speranza, nonché del governo dei “migliori”, quello di Mario Draghi. Il tutto con risultati risibili. Il Green pass è stato utilizzato per costringere surrettiziamente alla vaccinazione: è stato spacciato come strumento salvifico che si è trasformato in breve tempo nel suo opposto. Conferiva infatti la falsa sicurezza di essere tra vaccinati iperimmuni, mentre il virus continuava a circolare e infettare anche gli stessi vaccinati. Il governo Draghi ha allargato e ristretto a piacimento le maglie del Green pass e ha imposto anche altre restrizioni e discriminazioni inutili in nome dell’emergenza epidemiologia come l’obbligo vaccinale ai lavoratori over 50 dietro la minaccia di perdere la retribuzione se non il posto di lavoro e le discutibili regole per la scuola che hanno discriminano gli studenti non vaccinati. Oggi il Green pass non viene più richiesto, ma il tema andrebbe approfondito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid.