Prezzi calmierati per tutelare il potere di acquisto dei consumatori contrastando la spinta inflazionistica: è questo l’obiettivo del “trimestre anti-inflazione”, l’iniziativa del Governo a cui hanno aderito 32 associazioni. I prodotti coinvolti sono quelli di largo consumo, nonché prodotti per l’infanzia e la cura della persona, che potranno essere acquistati a un prezzo calmierato negli esercizi aderenti, per lo più punti della grande distribuzione e farmacie, segnalati da un bollino con il logo di un carrello tricolore.
L’accordo, firmato il 28 settembre, tra il Governo e i rappresentanti di Confersercenti, Confcommercio e Federdistribuzion, prevede che nei punti vendita aderenti all’iniziativa i beni di prima necessità (alimentari e non solo) vengano venduti a un prezzo calmierato o ribassato.
In sostanza fino al 31 dicembre nei punti vendita che hanno firmato l’accordo (la cui lista completa divisa per regioni è consultabile sul sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy) alcuni tipi di prodotti avranno un prezzo bloccato, che quindi fino a fine dicembre non potrà variare per via dell’inflazione, o ridotto di una percentuale flessibile che può essere decisa dai singoli esercenti. Tra le catene della grande distribuzione che aderiscono all’iniziativa ci sono i supermercati Coop, Despar, Esselunga, Conad, Carrefour, Pam, Lidl, Tigre, Famila, ma anche farmacie e parafarmacie.
L’iniziativa riguarda sia beni alimentari di prima necessità che prodotti per l’infanzia e per la cura della persona. Saranno riconoscibili perché saranno accompagnati da un bollino con il disegno di un carrello della spesa con i colori della bandiera italiana e la scritta “Trimestre anti-inflazione”. I prodotti potranno essere comprati a prezzi calmierati o ribassati da chiunque, indipendentemente dall’ISEE (l’indicatore che permette di valutare la situazione economica di un nucleo familiare), dall’età e dalla fruizione di altre misure di inclusione sociale o di sostegno alla povertà.
Lo sconto sarà applicato sui beni di prima necessità: zucchero, latte, uova, riso, sale, farina, cereali, pasta, carne, passata di pomodoro, saponi, detergenti e pannolini. Nella lista figurano anche i farmaci di largo consumo. Anche se non c’è un elenco preciso dei prodotti che saranno coinvolti dall’iniziativa, dato che ogni esercente può decidere liberamente a quali articoli applicare sconti o prezzi fissi per contrastare l’inflazione.
L’iniziativa può riguardare anche la spesa online, ma solo nel caso in cui il singolo esercente decida di esporre il bollino nel carrello della spesa sul proprio sito internet. In generale i prezzi bloccati riguardano prodotti per cui il costo per gli esercenti è solitamente poco influenzabile dalla volatilità del mercato (quindi per esempio pasta, pane o detersivi), mentre per prodotti influenzabili da cambiamenti climatici o problemi legati all’agricoltura (come per esempio frutta, verdura, carne e pesce) sarà più probabile trovare promozioni settimanali, offerte di volta in volta dai negozianti.
In tutto finora hanno aderito più di 23mila punti in Italia, in base ai dati del ministero delle Imprese e del Made in Italy: le città con le maggiori adesioni sono state Roma (1.381), Torino (1.074) e Napoli (801). Quindi, a conti fatti, c’è da supporre che sia piuttosto difficile calcolare a priori quanto questa operazione porterà nelle tasche degli Italiani. Il tutto dipenderà dalle politiche adottate dai singoli esercizi coinvolti, e da quanto queste saranno in effetti più impattanti rispetto a quelle normalmente effettuate. Altrimenti, l’operazione anti-inflazione rischia di rimanere solo un bollino tricolore attaccato a una porta vetri all’ingresso di un supermercato.