In arrivo una nuova emorragia di medici dal servizio pubblico per evitare il taglio delle pensioni, con 2mila camici bianchi che potrebbero lasciare il Servizio sanitario nazionale entro dicembre 2023. E altri 4mila si aggiungerebbero nel 2024: un colpo letale per il Servizio sanitario nazionale, determinato dalla Manovra 2024 e dal taglio previsto sulle pensioni dei medici. «Chi può uscirà subito per evitare riduzioni», dice all’Adnkronos Salute Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed che, insieme alla Cimo-Fesmed, ha già proclamato lo stato di agitazione a causa del taglio alle remunerazioni pensionistiche, ma anche contro l’intero impianto della Manovra priva di sufficienti stanziamenti per la sanità.
Il punto più preoccupante è che i sindacati inviteranno gli iscritti con i requisiti, e che subiranno una decurtazione maggiore, a presentare ora la domanda di pensione usando tutte le ferie arretrate. Aggravando così un esodo che sarebbe avvenuto comunque: Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica, ha avvertito che chi è in condizioni di poterlo fare si affretterà ad andare in pensione per evitare la scure della legge di Bilancio 2024, con il risultato di una «perdita istantanea di oltre un migliaio di anestesisti rianimatori e di medici di pronto soccorso assunti con Ccnl (circa il 7%)».
Verranno anche organizzate in tutte le Aziende sanitarie assemblee sindacali nel corso delle quali verrà spiegato ai sanitari in procinto di andare in pensione i gravi danni causati dalla Legge di Bilancio. «Parliamo di un taglio dell’assegno pensionistico di almeno 50mila persone, che può arrivare fino ai 26.347 euro per ogni anno di pensione, per tutta la vita», spiegano i sindacati. «Se, con questa manovra, il Governo intende spingere ulteriormente i medici ad abbandonare il Servizio sanitario nazionale, daremo con piacere loro una mano -commentano Pierino Di Silverio, Segretario Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente e Cimo-Fesme – E quando i pazienti che si recheranno in ospedale troveranno ancora meno professionisti a curarli, sapranno chi ritenere responsabile. Ma noi, dinanzi a questo ennesimo voltafaccia, non intendiamo restare in silenzio, e siamo costretti a iniziare un nuovo percorso sindacale meno disponibile a collaborare con le Istituzioni».
Sarebbero circa 6mila i medici, veterinari e dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale che, a partire da ora e fino alla fine del 2024, maturerebbero i requisiti per andare in pensione e per i quali si prospetta un probabile esodo a causa del taglio della remunerazione delle pensioni previsto nella legge di Bilancio. Numeri forniti all’Ansa da Di Silverio, segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l’Anaao Assomed.