Una speranza vana. Chi pensava che l’apertura di un’inchiesta del Tribunale di Roma contro l’ex ministro della Salute Roberto Speranza potesse far luce sui vaccini è rimasto deluso. È impossibile perseguire penalmente il governo di Giuseppe Conte per la sciagurata gestione del Covid. Lo aveva detto nei mesi scorsi il Tribunale dei ministri di Brescia, lo ha confermato adesso la Procura di Roma che ha chiesto di archiviare le accuse sull’ex ministro della Salute e sull’ex direttore di Aifa Nicola Magrini.
A quanto risulta, la stessa Procura avrebbe aperto un fascicolo sull’onda di una inchiesta giornalistica realizzata da Fuori dal coro, programma condotto su Rete4 da Mario Giordano, dopo gli esposti di alcuni sindacati della polizia e guardia di Finanza e del comitato Ascoltami su presunti danni provocati dal vaccino anti Covid. L’iscrizione nel registro degli indagati, secondo il documento formato dal procuratore capo della procura di Roma, risale al 30 ottobre 2023. E il 23 novembre è arrivata già l’archiviazione. Per la Procura di Roma l’ex ministro della Salute non è perseguibile per la mancata prevenzione.
Non sorprende, ma il non voler fare luce su quei documenti, il non voler indagare i danni da vaccino, significa negare non solo la verità alle persone che sono state male, alle persone che sono morte, ma significa negare anche la verità alle persone che si ammalano e che si ammaleranno e che devono aver fiducia nelle istituzioni sanitarie italiane. Ogni minimo dubbio sulla gestione della pandemia doveva essere indagato. Invece tutte le accuse sull’ex ministro della Salute Roberto Speranza sono state archiviate.
Non perché la sua gestione sia esente da errori, anzi. È stata sbagliata la cura domiciliare «tachipirina e vigile attesa», mentre le mascherine cinesi sono state allegramente sdoganate e qualcuno si è arricchito con commesse milionarie. Errori che hanno costretto l’Italia a importanti compressioni dei diritti costituzionali, due lockdown, obbligo vaccinale e Green pass senza che questo ci evitasse una mortalità tra le più alte d’Europa. Per la magistratura l’aver mentito all’Oms e non aver rivisto il piano pandemico non è reato.
Adesso la palla passa alla politica, a una commissione d’inchiesta che faticosamente cerca di vedere la luce, anche per i distinguo di Pd e M5s che temono una caccia alle streghe contro l’ex premier. Al Parlamento oggi spetta il compito di evitare che si ripetano gli errori del passato, visto che il Covid non sembra essere definitivamente scomparso, né può escludersi come dice l’Oms il rischio di nuove pandemie, visto anche le notizie dalla Cina su strane polmoniti che colpirebbero i bambini. Ecco a cosa serve la commissione d’inchiesta.