È ufficiale: il governo ha disposto la chiusura delle scuole e delle università in tutta Italia da domani e fino a metà marzo, come misura di contrasto al coronavirus. Dopo un cortocircuito nelle notizie trapelate e poi arginate dal governo, la decisione è stata confermata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte alle 18 in conferenza da Palazzo Chigi. «Non è stata una decisione semplice, spero che i miei alunni tornino presto a far lezione», ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che nelle ultime ore aveva preferito essere cauta, in attesa di formalizzare la decisione ufficiale. «Abbiamo preso questa decisione dopo aver consultato il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità», ha aggiunto il premier Conte al termine del vertice a Palazzo Chigi convocato per fare il punto sulle misure da adottare per contrastare l’epidemia che finora ha colpito oltre 3.089 persone, provocando 107 morti.
Proprio partendo dagli ultimi dati diffusi dalla Protezione civile, nelle prossime ore, il governo varerà le nuove regole, valide per un mese in tutto il Paese, sulla base delle indicazioni ricevute dal comitato scientifico che vietano, tra le altre cose, le manifestazioni e gli eventi sportivi. Allo studio, come spiegato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, anche il raddoppio dei posti in terapia intensiva e nei reparti di pneuomologia. E si valuta anche una terza zona rossa nel Bergamasco, che potrebbe comprendere diversi Comuni della provincia tra i quali Nembro e Alzano Lombardo. Intanto, all’esame dei ministri competenti ci sono anche un piano speciale per garantire lo svolgimento degli esami di maturità e disposizioni straordinarie per prorogare i concorsi pubblici.
La decisione, arrivata dopo l’ultimo via libera del comitato scientifico, di chiudere le scuole ha avuto immediate reazioni politiche. «Urgente stanziare aiuti economici per i genitori che lavorano e che con le scuole chiuse hanno problemi con i figli a casa», dice il segretario della Lega Matteo Salvini. «O si lavora ad una misura tipo congedo parentale eccezionale, che secondo me è la soluzione migliore, oppure si studia una misura per dare alle famiglie un rimborso economico per un aiuto, ad esempio con le baby sitter», propone Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. «Il governo inizi da subito a ragionare su come sostenere chi inevitabilmente avrà difficoltà a lavorare dovendo tenere i figli a casa», scrive su Twitter Matteo Orfini, parlamentare del Pd. E il Codacons chiede al governo «di varare subito misure a sostegno delle famiglie con figli, come sgravi fiscali e la sospensione degli obblighi contributivi per chi sarà costretto a ricorrere a baby sitter durante il periodo di chiusura delle scuole».