«Normali schermaglie negoziali». Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha liquidato lo stop imposto dal Parlamento Europeo alle trattative per il Recovery Fund. Gli Stati membri guidati dalla presidenza di turno tedesca e il Parlamento Ue non riescono a trovare una quadra sul bilancio Ue per il periodo 2021-2017. Un ritardo nell’accordo sul budget porta a un ritardo nell’entrata in funzione del pacchetto di aiuti per la ripresa. Il terreno di scontro è su due punti: l’aumento degli stanziamenti su 15 capitoli di spesa e il vincolo della conservazione dello stato di diritto per la possibilità di accedere ai fondi europei.
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Il portavoce del Parlamento Ue Jaume Duch ha spiegato: «I colloqui sul bilancio Ue sono interrotti. Senza una valida proposta da parte della presidenza tedesca dell’Ue per aumentare i massimali è impossibile andare avanti». Opposta, ovviamente la posizione della delegazione tedesca che fino al prossimo 31 dicembre avrà in mano la presidenza del Consiglio dell’Unione europea: «Deplorevole che il Parlamento abbia perso l’occasione di portare avanti i negoziati sul bilancio Ue per il 2021-2027».
Al Consiglio europeo del 21 luglio scorso gli Stati Ue hanno raggiunto un accordo molto sofferto sul Recovery Fund e sul prossimo bilancio dell’Unione stabilendo che sarebbe stato pari a 1.074,3 miliardi. L’equilibrio trovato per soddisfare le richieste dei diversi governi (i cosiddetti «Frugali» che vogliono ridurre gli esborsi, il gruppo di Visegrád che vuole un rapporto blando tra il rispetto dello Stato di diritto e l’erogazione dei fondi) ha portato al taglio delle risorse destinate ad alcuni programmi faro ritenuti fondamentali dal Parlamento Ue, come l’Erasmus, il sostegno alla ricerca, alla politica di vicinato e per l’asilo.
Ma adesso il Parlamento chiede maggiori fondi per 15 capitoli di spesa e il rafforzamento del legame tra rispetto delle regole dello stato di diritto ed erogazione dei fondi europei, un tema che tocca direttamente Polonia e Ungheria, Paesi sotto osservazione per le norme con cui, secondo la Commissione, sono stati messi in discussioni alcuni principi democratici fondamentali. Il prossimo round di colloqui trilaterali tra il Consiglio, il Parlamento e la Commissione Ue è programmato per mercoledì 14 ottobre. Un giorno prima del vertice decisivo tra i capi di Stato.