Boris Johnson ha annunciato in Parlamento il piano per la riapertura del Regno Unito, che è in lockdown dall’inizio di gennaio. Si tratta di una «cauta» e graduale marcia verso la normalità, che verrà raggiunta soltanto a fine giugno: il Regno Unito sarà così il primo grande Paese a mettersi definitivamente alle spalle la pandemia, grazie al programma di vaccinazione di massa. Anche la cancelliera Angela Merkel chiede lo sviluppo di una strategia per delle possibili riaperture. La Germania si trova da più di due mesi in lockdown duro, dal 2 novembre scorso sono chiusi bar e ristoranti: un tempo lunghissimo, che sta mettendo a dura prova la tenuta sociale del Paese. Dopo i primi spiragli, con il ritorno a scuola degli alunni più piccoli in 10 Länder, il governo spera di poter procedere ad altri allentamenti.
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Il programma di riapertura del Regno Unito è scandito da 4 tappe. La prima data importante è l’8 marzo, quando ripartiranno le scuole, seguita dal 29 marzo, quando sarà di nuovo consentito incontrarsi all’aperto e sarà abolita la raccomandazione di «stare a casa». La fase due, il 12 aprile, vedrà la riapertura dei negozi, dei parrucchieri, delle palestre e la ripresa del servizio all’aperto per bar e ristoranti. La terza tappa, il 17 maggio, prevede la ripresa completa della ristorazione, con un limite di gruppi di sei persone, oltre alla riapertura di cinema e teatri. Il 21 giugno saranno tolte le restanti restrizioni, incluse quelle alle discoteche. Il passaggio da una fase a quella successiva dipenderà tuttavia da una continua valutazione dei dati sulla pandemia. La tendenza delle ultime settimane è comunque particolarmente incoraggiante. Dal picco di 60 mila nuovi casi al giorno di metà gennaio si è scesi sotto la soglia di diecimila, così come i decessi sono ormai intorno ai 300 al giorno, rispetto agli oltre mille di un mese fa. Un effetto combinato di lockdown e vaccinazioni di massa: a oggi è stato già immunizzato un adulto su tre e per luglio si prevede che tutta la popolazione adulta avrà ricevuto almeno la prima iniezione.
La strategia della Germania è quella di riaprire a piccoli passi. La parola d’ordine di Merkel è sempre «prudenza» e anche il ministro della Salute, Jens Spahn, parlando all’emittente pubblica Ard ha chiarito che è impossibile definire delle date per le riaperture: «Tutti vogliono un piano a tre o sei mesi, ma semplicemente non funziona. Penso che non dovremmo fare false promesse». Dal primo marzo riapriranno scuole e asili, nonché barbieri e parrucchieri. La fase successiva potrebbe prevedere qualche concessione ai contatti personali, poi lo sport, i ristoranti e la cultura. Il gruppo di lavoro sarà guidato da Helge Braun, capo della cancelleria, che coinvolgerà i suoi omologhi dei Länder. Il tavolo preparerà una serie di proposte da presentare al prossimo vertice tra Merkel e governatori del 3 marzo. Resta ferma la necessità di bilanciare le esigenze dei cittadini che chiedono un ritorno alla vita sociale con le preoccupazioni che derivano dalle varianti del coronavirus.
In Italia il primo decreto Covid del governo Draghi stabilisce lo stop agli spostamenti in zona rossa verso abitazioni private e proroga il blocco degli spostamenti tra regioni fino al 27 marzo. Restrizioni simili sono in vigore anche in Francia e in Spagna. In Francia è in vigore un coprifuoco dalle 18 alle 6, con obbligo per i negozi di chiudere e per i cittadini di rimanere in casa a meno di esigenze improrogabili; bar e ristoranti sono chiusi, così come anche cinema, teatri, musei e impianti sciistici. In Spagna è in vigore un coprifuoco i cui orari variano da regione a regione e che in generale inizia tra le 22 e le 23 e finisce alle 6. Anche le regole sulle chiusure delle attività commerciali variano a seconda della regione.