Inizia ufficialmente l’avventura di Roberto Mancini sulla panchina della Nazionale italiana. Il nuovo ct azzurro è stato presentato alla stampa al Centro tecnico federale di Coverciano. «C’è molto da lavorare e tanto da ricostruire – ha detto Mancini in conferenza stampa – Vorrei essere un ct perbene e riportare l’Italia dove merita: sul tetto del mondo e d’Europa». Mancini ha firmato il contratto che lo legherà alla Nazionale fino al 2020, con un’opzione per il rinnovo fino al 2022. L’obiettivo è iniziare a lavorare con i giocatori durante il ritiro del 22 maggio a Coverciano per preparare le tre amichevoli internazionali di fine stagione: contro l’Arabia Saudita il 28 maggio, la Francia il 1 giugno e l’Olanda il 4 giugno. E c’è già chi guarda oltre, agli Europei del 2020 e – se tutto dovesse andare bene – ai Mondiali del 2022 in Qatar. Un modo per tornare a sognare e restituire all’Italia il posto che merita nell’Olimpo dei grandi del calcio.
IL PROFILO. «Chiedevamo al futuro ct una forte spinta per allenare l’Italia – ha dichiarato in conferenza stampa il commissario straordinario della Figc, Roberto Fabbricini – Poi una persona di grande competenza tecnica e un’attenzione all’impegno finanziario. L’identikit portava a Mancini, che è stato un grande calciatore ed è un grande allenatore e ha vinto in ogni squadra dove è andato. Il 53enne tecnico jesino figurava de sempre nella ristretta rosa di nomi che la Figc aveva in testa per il nuovo corso: tanti i nomi circolati, dall’ex Antonio Conte a Carlo Ancelotti, che ha poi declinato l’offerta. Via libera dunque a Mancini che da allenatore già vanta un curriculum di spessore fatto di tre scudetti (con l’Inter dal 2005 al 2008), 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, una Premier League (col Manchester City nel 2001-2012), una Coppa d’Inghilterra, una Community Shield, una Coppa di Turchia (col Galatasaray nel 2013-2014). Mancini ha anche vinto la ‘Panchina d’Orò nella stagione 2007-2008.
LE PRIME PAROLE DA CT AZZURRO. «Sono abbastanza emozionato, non è da tutti diventare l’allenatore della Nazionale- ha esordito Mancini in conferenza stampa – Volevo al cento per cento questa panchina, è stato semplice decidere e sono orgoglioso di essere ct. La prima volta che ho messo piede a Coverciano è stato nel ’78 con l’Under 21. Ho scelto l’Italia perché penso che sia la massima aspirazione per un allenatore. Alleno da tanti anni e questo mi sembrava il momento giusto». Il nuovo ct azzurro dovrà confrontarsi ora con una squadra reduce da una delle sconfitte più cocenti della sua storia, che ha causato un terremoto nella dirigenza del calcio italiano. Erano quasi 60 anni, infatti, che la Nazionale non accedeva alla fase finale dei Mondiali. «Non essere andati al Mondiale è difficile da accettarlo – ha sottolineato Mancini – Sono qui per ripartire. Il mio rapporto con la Nazionale è durato tantissimo, ho avuto Bearzot, Vicini e Sacchi come allenatori. Vorrei essere un ct perbene e riportare l’Italia dove merita: sul tetto del mondo e d’Europa. A parte la Nation League, c’è l’Europeo che non vinciamo da tanti anni. C’è molto da lavorare e tanto da ricostruire. Ma potremmo farcela. Se l’Italia ha vinto quattro Mondiali vuol dire che si può vincere anche se non alleni tutti i giorni. La sfida più difficile? Non lo so, se alleni un club e non vinci i tifosi sono arrabbiati con te. Qua si arrabbieranno in cinquanta milioni. Però vincere l’Europeo sarebbe una bella soddisfazione. Difficile mettere d’accordo tutti perché ogni tifoso vede il calcio a modo proprio. Spero di essere un ct vincente».