Gigi Buffon non giocherà più nella Serie A Tim. È l’unica certezza che abbiamo su uno dei più grandi portieri nella storia del calcio italiano. L’addio alla sua Juventus, tra le cui fila ha vinto quasi tutto e frantumato decine di record individuali e di squadra, è stato ufficializzato alla vigilia dell’ultimo match casalingo contro l’Hellas Verona. Buffon non ha ancora annunciato se continuerà la sua esperienza sportiva come manager o come giocatore, quel che è certo è che il nostro calcio perderà forse l’ultimo elemento di quell’irripetibile generazione di campioni quali erano, per esempio, Francesco Totti, Paolo Maldini, Alessandro Del Piero o Javier Zanetti. È il lento ticchettio dell’orologio, la dittatura del tempo che non risparmia nemmeno le leggende dello sport.
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UNA CARRIERA PAZZESCA. Riassumere il percorso sportivo di Buffon in poche righe è davvero impresa titanica. Sono forse le immagini più dei numeri a lasciare un calco fedele di una carriera vissuta da grande uomo e da grande sportivo. Immagini come quelle in cui Gigi alza l’ultima Coppa del Mondo vinta dall’Italia, o come le lacrime di Manchester nella sfida straordinaria che lo vide perdere contro l’estremo difensore rossonero Dida, ad un passo da quella coppa dalle grandi orecchie che ha sempre desiderato e che non è mai riuscito a stringere, unico neo in un riquadro perfetto. È lui l’uomo della rinascita dopo l’inferno di calciopoli, così testardo e determinato nel non abbandonare la barca che affondava, difendendo i pali della Juve anche nel campionato cadetto per poi rinascere sotto la guida di Antonio Conte in quel 2012 che ha visto l’alba di una delle squadre più vincenti nella storia del campionato italiano. Nelle 655 partite giocate con la Juventus è riuscito ad alzare 9 campionati nazionali, 4 coppe Italia e 5 supercoppe italiane, un palmarès tutto tricolore. Gianluigi Buffon lascerà le chiavi della “sua” saracinesca al giovane polacco Szczęsny con l’auspicio che il suo successore possa essere allo stesso modo araldo di quella filosofia che ha determinato i successi della Juventus in quest’ultimo decennio: “Vincere è l’unica cosa che conta”.
UN NUOVO CAPITOLO TUTTO DA SCRIVERE. Dove andrà Gigi? Cosa farà? Sono le domande più ricorrenti in queste ultime ore mentre cresce la suspense attorno alla decisione del numero uno bianconero. «Seguirò ciò che urla la mia indole e la mia natura – ha assicurato – sono arrivate delle proposte e delle sfide stimolanti sia in campo che fuori». La priorità per Buffon è dunque abbracciare nuove sfide in territori estranei a quella zona di comfort che aveva costruito e consolidato a Torino. Chissà, forse il sogno di vincere la Coppa dei Campioni non è ancora definitivamente tramontato e non a caso si fanno i nomi di grandi club europei per il dopo-Juve. La pista più accreditata sembra quella parigina con il Psg che desidera sostituire Trapp con un portiere più navigato ed affidabile. Sulla stessa scia e con gli stessi problemi anche il Bayern Monaco. Il Manchester United, qualora dovesse perdere De Gea sponda Real Madrid, potrebbe farci un pensierino. Si fa anche il nome del Liverpool che ha bisogno di un portiere esperto che faccia da chioccia al giovane Karius. Mica male le alternative insomma. Resta poi l’ipotesi di entrare nella dirigenza bianconera qualora Buffon decidesse per il clamoroso ritiro da tutte le competizioni. Un bivio con tante strade diverse, qualunque sia quella che deciderà di imboccare, Gigi lascerà nei nostri cuori di sportivi italiani un vuoto saturo di amarezza e malinconia.