Le varianti del coronavirus corrono. La campagna di vaccinazione deve accelerare. Il nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo ha già delineato alcuni elementi che caratterizzano la strategia per raggiungere un’immunizzazione di massa. Il piano resta quello già approvato ma il sistema va potenziato con strutture e personale. Rispetto alla linea precedente, la nuova prenderebbe in considerazione il modello inglese della dose unica di vaccino andando ad utilizzare, dunque, anche le scorte destinate ai richiami, nell’attesa del via libera dell’Ema al vaccino monodose Johnson&Johnson (il comitato dell’Agenzia europea del farmaco si riunirà l’11 marzo).
Le parole d’ordine di Palazzo Chigi sono uniformità e velocità. Insieme alla ottimizzazione delle risorse e al miglioramento della logistica. Di certo l’Italia è destinata a dimenticare le primule. Alle strutture da 400 mila euro l’una (totale del costo dell’operazione tra gli 8,5 milioni e il mezzo miliardo) dell’era Arcuri, Figliuolo preferirà i drive-in già usati per i tamponi. Aggiungendo, eventualmente, caserme in disuso e altre opzioni facilmente disponibili anche nei piccoli centri. Come già accade a Milano, all’ospedale Baggio dove, ricorda La Stampa, l’esercito ha allestito la prima struttura dove somministrato il vaccino a persone con difficoltà motorie mentre sono a bordo della loro auto.
La Difesa ha messo a disposizione fino a 200 Drive Through richiesti dalla Protezione civile e Asl territoriali. Attualmente ne sono schierati 142 ma 13 stanno per diventare operativi. Figliuolo ha già sul tavolo una lista dei drive through della Difesa pronti alla riconversione in centri di inoculazione. Se non bastasse, la Difesa è pronta ad allestire in tempi record anche delle tendostrutture, così come successo per gli ospedali da campo realizzati in varie città durante la prima ondata del virus.
Il personale della Difesa si occuperà anche di garantire un’adeguata distribuzione delle fiale su tutto il territorio nazionale, in questo affiancato dal personale della Protezione civile (si parla di 300mila volontari, tra medici e logistici). Un impegno che si svilupperà in parallelo a quello delle somministrazioni, che a sua volta vedrà la struttura ora guidata da Fabrizio Curcio svolgere una funzione di coordinamento, a stretto contatto con strutture sanitarie e medicina del territorio. La Protezione civile nazionale farà da coordinamento e volano delle protezioni civili regionali, con il coinvolgimento del volontariato.