Nicola Zingaretti ha annunciato le dimissioni da segretario del Partito democratico. A tre anni dalle politiche e a due dall’elezione al vertice dei dem, il numero uno del Pd pubblica un duro post su Facebook: «Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni». Zingaretti ha spiegato che «nelle prossime ore» scriverà alla «Presidente del partito per dimettermi formalmente», e a quel punto sarà «l’Assemblea nazionale» a fare «le scelte più opportune e utili».
Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di…
Pubblicato da Nicola Zingaretti su Giovedì 4 marzo 2021
Zingaretti era segretario dal marzo del 2019, quando aveva vinto con il 66% dei voti le primarie contro Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Nell’estate di quell’anno formò il governo con il Movimento 5 Stelle, durato circa un anno e mezzo e sostituito poche settimane fa dal governo Draghi. Sono riemersi tensioni e scontri sopiti, che riguardavano soprattutto il rapporto con il M5s, di cui Zingaretti è stato tra i principali promotori, ma anche la questione della vice segreteria del partito, quella dell’assenza di donne nelle posizioni apicali e il rapporto con gli amministratori locali.
«Sono stato eletto proprio due anni fa – spiega Zingaretti- Abbiamo salvato il Pd e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd»..
«Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie». Questo l’addio di Zingaretti. Presumibilmente, dopo la nomina di un reggente, il Partito democratico organizzerà un Congresso con relative primarie.