Una corrispondenza di amorosi sensi sul ddl Zan in vista di un matrimonio che porta al Quirinale. Le prove tecniche di accordo tra Matteo Renzi e Matteo Salvini sulla legge contro l’omotransfobia possono portare Italia Viva a scegliere con il centrodestra a trazione leghista l’uomo che sostituirà Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Matteo Renzi, il giorno dopo l’intervista a Repubblica in cui ha affermato che l’intesa per il Quirinale va trovata anche con la destra, fa sapere che è sbagliato parlare di accordo già fatto fra Iv e Lega.
Ma numeri alla mano oggi la coalizione formata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Coraggio Italia arriva a contare 440 parlamentari. A cui vanno sommati i 38 delegati regionali. Italia Viva ne ha 45. Insieme e con la possibile aggiunta di qualche voto hanno più o meno i numeri per eleggere l’inquilino del Colle a partire dal quarto scrutinio, quando serve la maggioranza assoluta.
Quello che resta dell’alleanza che ha portato al governo giallorosso invece di voti disponibili ne ha 404. E d’altro canto nell’intervista a Repubblica Renzi parlato della possibilità di sganciarsi dal centrosinistra alleato con il MoVimento 5 Stelle: «Il Pd in questi mesi ha scelto una strategia suicida, immolandosi per Conte sia nella vicenda crisi che su Draghi che nelle ultime discussioni in casa grillina. Forse i nostri amici del Nazareno potrebbe occuparsi di più della loro miope visione anziché attaccare noi che non ci svendiamo a un progetto fallimentare come quello pentastellato».
Per Matteo Renzi, abilissimo nel personalizzare le battaglie politiche, la chance è ghiotta perché in un colpo solo può puntare a più obiettivi: umiliare Enrico Letta e il Partito democratico; dare segnali al centrodestra e posizionarsi in vista della partita politica più importante dei prossimi mesi (il Quirinale); e, perché no, cercare una via di sopravvivenza elettorale a destra per il suo partito che arranca al 2% e di certo non ha più molti amici a sinistra. Tutto in un colpo solo e per la sua strategia, non certo per la sopravvivenza del disegno di legge contro l’omotransfobia.
Ma l’intesa con il centrodestra sul Ddl Zan potrebbe essere l’architrave per eleggere insieme il presidente della Repubblica. Fra meno di un mese inizia il semestre bianco e poi, a febbraio, si aprirà la successione di Sergio Mattarella. E Matteo Renzi vuole essere il protagonista anche di questa fase. Gioca a suo favore, ancora una volta, il caos dentro il Movimento 5 stelle e Conte costretto in panchina in attesa di capire come si risolverà lo scontro con Beppe Grillo. E se nel campo giallorosso Renzi ormai non ha più alcuna credibilità né affidabilità, non gli resta che offrirsi come interlocutore nel campo del centrodestra. Del resto, passare da una parte all’altra non è una novità per il fautore del patto del Nazareno. L’obiettivo anche qui è tutt’altro che segreto e lo ha detto lui stesso a Repubblica. «Se farei un accordo con la destra sul Colle? Anche con la destra, certo. Il sogno è sempre quello di eleggere un presidente della Repubblica con un consenso amplissimo. In questa elezione, per di più più, la destra ha il 45% dei grandi elettori, quindi sarà sicuramente al tavolo». E a quel tavolo, a trattare con la destra, vuole esserci per primo Matteo Renzi. Ecco perché ha deciso di fare da sponda a Matteo Salvini per far fallire il ddl Zan.