A tre mesi dal voto gli italiani si preparano al gran ritorno alle urne dopo cinque anni di governi scelti dalle segreterie di partito ma il copione istituzionale del nuovo anno rischia di essere esattamente identico a quello della legislatura che sta per finire. Silvio Berlusconi si avvia ad una possibile o probabile vittoria, con una coalizione che metterà insieme 22 gruppi politici e un’abbuffata di partiti(ni) pur di arrivare all’obiettivo del ritorno del centrodestra a Palazzo Chigi ma è ormai il segreto di Pulcinella il fatto che sarà una vittoria con una maggioranza relativa ben lontana dalla soglia del 40%. Di conseguenza si andrà all’altrettanto prevedibile patto politico con Renzi ed il Partito Democratico. A quel punto il “patto di Renzusconi” vanificherà le ambizioni di premierato dei vari Salvini e Meloni, perché il nome da mandare a Palazzo Chigi dovrà essere condiviso da Fi e Pd e anche qui tutti sanno che il prescelto è Paolo Gentiloni. E allora lo slogan del Movimento Cinque Stelle, in questa campagna elettorale, rischia di diventare qualcosa in più di una provocazione di parte: “Vota Berlusconi, avrai Gentiloni”. Nella sostanza delle cose non è una provocazione grillina ma un dato di fatto che il voto al Cavaliere con molta probabilità significherà portare di nuovo al Governo l’attuale presidente del Consiglio. Soluzione per tanti versi anche meno peggio di altre, visti i disastri fatti dai predecessori di Gentiloni.
IL GOVERNO DI LEGISLATURA. Si dirà che poi dopo il probabile pareggio di marzo si farà un Esecutivo a termine, per tornare al voto in autunno ma anche in questo caso il rischio che all’orizzonte ci sia un altro grande bluff è alto, perché Berlusconi e Renzi non hanno nessuna intenzione di rivotare di nuovo a distanza di pochi mesi in una campagna elettorale in cui Grillo e i Cinque Stelle avrebbero strada spianata per convincere gli italiani che l’inciucio era una storia vera e i due principali partiti hanno preso in giro tutti. Di conseguenza Gentiloni si avvierebbe ad un Governo di legislatura o perlomeno ipotizzabile in una durata di almeno un anno e mezzo o due anni per provare a sopire il vento della protesta che, in tal situazione, soffierà forte in favore dei pentastellati.
IL REGALO DI PASQUA AGLI ALLEATI DEL CAVALIERE. Il problema è che, ancora una volta, però la prospettiva è quella di un Governo non eletto dagli italiani, l’ennesimo. Il rischio è che la cosa induca non pochi italiani a schierarsi nella folta platea degli astensionisti che intendono guardarsi la partita elettorale da casa e senza andare in cabina a votare. Perché d’altronde voti Tizio, ma sai già che ti ritroverai Caio. E non è che poi il ragionamento sia molto differente per gli elettori di centrosinistra che sceglieranno Renzi e il Partito Democratico, anche se lì c’è la variabile di “Liberi e Uguali” che potrebbe movimentare lo scacchiere. Il vero problema del centrodestra, insomma, rischia di essere non tanto la coesistenza forzata tra Berlusconi e Salvini, che alla fine un punto di incontro lo troveranno come lo raggiunsero a suo tempo il Cavaliere e Bossi, ma semmai la reazione che avranno, presto o tardi, lo stesso Salvini e la Meloni. I principali alleati di Berlusconi porteranno sul “trono”, Strasburgo o non Strasburgo, il leader di Forza Italia, che per tutta risposta farà loro il regalo di Pasqua: Gentiloni premier atto secondo. Con tanti saluti al voto “utile” degli italiani.