Sin dall’inizio della pandemia da coronavirus la Svezia è stata simbolo di una scelta diametralmente opposta alla stragrande maggioranza degli altri Paesi per la lotta al contagio, fatta di un netto rifiuto nei confronti di chiusure, blocchi e quarantene. Ma adesso sembra pronta a fare marcia indietro: il parlamento di Stoccolma ha approvato una legge che da oggi dà al governo socialdemocratico nuovi poteri, e che consentirà di chiudere d’ufficio negozi, centri commerciali e trasporti pubblici, oltre alle classi scolastiche sopra i 13 anni. Il governo sarà anche in grado di imporre limiti al numero di persone ammesse in determinati luoghi pubblici e restrizioni alle riunioni pubbliche.
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Un’autentica rivoluzione per la Svezia. Finora era stato l’unico Paese europeo a non mettere in atto alcun tipo di lockdown, a tenere aperte tutte le scuole e a diffondere tra la cittadinanza solo «raccomandazioni» a mantenere le distanze. Anders Tegnèll, consulente del governo per la gestione del Covid-19, ha sempre difeso questa strategia come «più sostenibile» sul lungo periodo, ma a quasi un anno dallo scoppio della pandemia, i dati sulla mortalità e sulla diffusione del virus in Svezia, ben più alti di quelli degli altri Paesi scandinavi, sembrano smentirlo. Nell’ultimo mese sono morti di Covid circa 2 mila svedesi; 535 solo nell’ultima settimana.
E così il parlamento svedese ha approvato la «legge di emergenza sulla pandemia» che resterà in vigore fino a settembre 2021. Re Carl XVI Gustaf, prima di Natale, nel discorso annuale alla nazione, aveva ammesso: «Abbiamo fallito». E così gli interventi del governo si sono fatti via via più stringenti. Dal 24 dicembre, erano scattati nuovi veti, ma sempre più in capo ai ristoratori che ai singoli: non oltre quattro persone per tavolo, niente alcolici dopo le 20. Il 18 dicembre, inoltre, Tegnèll comunicava che dal 7 gennaio sarebbe stato consigliato l’uso della mascherina nei trasporti pubblici.
A lungo l’agenzia di salute pubblica ha evitato di renderle obbligatorie o di consigliarle, e la linea generale era addirittura che fossero controproducenti, inducendo le persone a rispettare meno il distanziamento. Ma da ieri sono obbligatorie sui mezzi pubblici nell’ora di punta. Le scuole, aperte ostinatamente durante la prima ondata, con tanto di minacce di intervento degli assistenti sociali ai genitori che sottraevano i figli all’obbligo scolastico, hanno chiuso gradualmente: da dicembre didattica a distanza per i ragazzi da 16 anni, e questa settimana dai 13.
La nuova legge svedese consente al governo di introdurre restrizioni sia per determinate attività che per luoghi. Nel dettaglio, il governo potrà incidere con regole giuridicamente vincolanti, anche sulla chiusura di punti vendita, bar, ristoranti, teatri, cinema, palestre, campeggi, zoo, musei e altri luoghi per attività ricreative o culturali, ma anche sui luoghi pubblici e sui trasporti. Per coloro che violeranno le restrizioni sono previste multe, cosa che prima non era possibile.